venerdì 31 maggio 2013

Stato laico tema ancora attuale

E' ancora attuale oggi il tema dello stato laico e se come ciò si esplichi tale previsione all'interno della costituzione. E questo dibattito che si apriva nuovamente sul DDL 224 discusso il 29 maggio 2013.

Tale DDL proposto da Bruno Firmiani voleva affrontare il tema dell'assistenza spirituale da un punto vista di apertura alle altre confessioni religiose e convizioni filosofiche. E' questo un campo minato che ha volte porta ad una valutazione difficile da compiere sulla rappresentitività provinciale e del valore di una confessione spirituale e religiosa.

Il comma 3 dell'articolo 2 del DDL in questione è importanti perchè mette in luce su che base la prestazione di assistenza spirituale va erogata:

L’assistenza è prestata solo su richiesta del soggetto interessato o dei suoi prossimi congiunti, inclusa la persona convivente, e non può in nessun caso dare luogo a proselitismo o svolgersi secondo modalità che pongano una religione o convinzione filosofica in posizione privilegiata rispetto ad altre.

Tale comma mette in luce che solo su richiesta può essere prestata l'assistenza e non da parte di chiunque ma del soggetto interessato di prossimi congiunti e di una persona convivente. Si delimitava quindi in tal modo la somministrazione della stessa in merito al reale interesse. Sempre in tal campo si voleva vietare il proselitismo e il concedere una posizione privilegiata una confessione o filosofia rispetto alle altre che è un segno di rispetto verso tutti i pazienti.

Le convenzioni. Le convenzioni posso esser firmate tra l'azienda sanitaria e le organizzazioni di rappresentante delle confessioni religiose e convinzioni filosofiche presenti in provincia. Sarebbe stato questo utile per dare una parità vera al senso dell'artiolo 3 della Costituzione.

Oneri finanziari. L'articolo 3 del DDL è molto importante:

1. Non è dovuta alcuna forma di compenso o rimborso da parte dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari o di altro ente provinciale o comunque partecipato dalla Provincia per l’espletamento del servizio di assistenza spirituale nelle strutture di cui all'articolo 2, comma 1.

2. Il servizio di assistenza religiosa non dà luogo ad alcun rapporto d’impiego con l’Azienda provinciale per i servizi sanitari.

E questo un tema importante che però vede spesso anche nel consiglio scarsa attenzione. Sulla scorta dell'art. 7 della Costituzione:

I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi. Le modificazioni dei Patti accettate dalle due parti, non richiedono procedimento di revisione costituzionale.

si mantengono giudizi di valore e di sostegno economico alla Chiesa Cattolica. E' questo una situazione che deve finire e che l'eventuale servizio sia volontario come in questo DDL si prevedeva. Non è sostenibile dare risorse a tutte le confessioni religiose e convinzioni filosofiche che sarebbe meglio per tutti che si rendesse volontaria l'assistenza sanitaria. Il DDL è stato bocciato dal Consiglio Provinciale.

E' un tema quello della laicità dello stato che ancora nel 2013 non è arrivato in Italia ad un punto fermo e non solo in questo settore. Di questo dibattito ne sentiremo ancora parlare.

Marino Germano Mastrangeli la sua singolare posizione

Il senatore Marino Germano Mastrangeli è stato espulso dal M5S e fa parte del gruppo misto per la violazione delle norme di comportamento del Movimento 5 Stelle. Non è però di questo che voglio parlare.

Vorrei approfondire con Voi una condizione che già presente prima della sua candidatura alla carica di senatore col Movimento 5 Stelle che però lascia allibiti. Non ho nulla per chi invalido rappresenta gli interessi di tale categoria che deve veder riconosciuti i loro diritti, ma qui sembra realmente esser passato il segno.

Quando lessi la lettera sull'Adige del 5 maggio non potevo credere a ciò che c'era scritto, ma ho potuto verificare con la Polizia di Stato la posizione di tale senatore. Lo stesso ha prestato servizio presso un ufficio del Ministero dell'interno ed è stato posto in congedo per grave inabilità.

L'inabilità al lavoro è un fatto che viene riconosciuta in caso di grave impossibilità al lavoro e all'inabile viene riconosciuto un assegno reversibile. Questo viene fatto perchè il riconoscimento dell'inabilità è incompatibile con ogni lavoro pubblico e privato.

Certo è giusto dare sostegno a chi è inabile, ma ricoprire una posizione di prestigio come quella del senatore che richiede un lavoro non indifferente sembra alquanto strano. Almeno dovrebbe il senatore perdere l'inabilità e restituirla per il passato essendo che è difficile poter dire che non era abile a lavoro. Ma se guardiamo il suo profilo del senatore ci accorgiamo che è membro della 4^ commissione permanente del Senato. Impregn questi non di poco conto che richiedono un chiarimento circa la compatibilità con le condizioni del senatore.

La Lega Nord risponde al gran rifiuto di Grisenti attraverso Alessandro Savoi

Apprendo con stupore le dichiarazioni apparse oggi sui quotidiani locali con cui il signor Silvano Grisenti, capo carismatico della nuova formazione politica Progetto Trentino, il cui programma è stato presentato sabato scorso a Riva del Garda, afferma che non intende fare alcuna alleanza con il centro destra trentino, rappresentato principalmente da Lega Nord e PDL. Stupore perché tale nuova formazione politica, con il suo relativo progetto si dichiara alternativa all'attuale centro sinistra autonomista che ormai da tanti anni governa la nostra provincia di Trento. Infatti il programma che ha presentato è esattamente quello proposto dal candidato presidente Divina cinque anni fa e sui temi cari alla Lega Nord sui quale si è battuta e si batte da ormai tantissimi anni (comunità di valle, ICEF, priorità ai trentini, ospedali periferici, eccetera).Stupore perché lo sanno anche i meno addetti ai lavori, che l’attuale centro sinistra autonomista li si può finalmente mettere nell'angolo e all'opposizione solo se ci si presenta all'elettorato trentino con una grande coalizione che quindi gioco forza deve comprendere le forze storiche del centro destra trentino (Lega Nord, PDL, Civica, eccetera).Pensare come ritiene il signor Grisenti di fare a meno di queste forze e di poter comunque ritenere di poter vincere le elezioni di ottobre è autentica follia.Piaccia o non piaccia al signor Grisenti, il blocco (il cui progetto è già in fase avanzata) composto da Lega Nord, PDL (in cui speriamo finiscano le fratture interne che fanno male in primis a loro, ma nel complesso penalizzano pesantemente il centro destra), Civica Eccher e autonomisti non più favorevoli a governare con la sinistra, vale almeno (in difetto) il 20% dei voti dei trentini, e quindi è evidente a tutti che senza tali voti, la riconferma dell'attuale maggioranza provinciale è ampiamente e drammaticamente scontata. Ribadisco quanto già espresso nei giorni scorsi, e cioè che questo blocco, che indica come possibile candidato presidente la figura di Maurizio Fugatti è pienamente disponibile a sedersi al tavolo con Progetto Trentino e altre forze che intendono contrapporsi all'attuale maggioranza e se ci si ritrova sul programma (e su questo mi sembra non ci dovrebbe essere alcun problema) è altresì disposto a fare uno o anche più passi indietro se si riesce a individuare un candidato presidente condiviso da tutte le forze di questa grande coalizione. Auspico di cuore che questa straordinaria concreta possibilità di poter finalmente voltare pagina anche in Trentino, da troppi anni governato dalle stesse forze politiche, vada a buon fine e non sia destinato alla sconfitta solo per pregiudizi ideologici, personalismi, presunzione o arroganza di qualcuno.La Lega Nord, con onestà e lealtà è pronta per la battaglia di ottobre per un Trentino diverso, più libero, migliore.

Alessandro Savoi

Presidente Lega Nord Trentino

giovedì 30 maggio 2013

Valsugana una svolta per il futuro

Il 27 maggio 2013 a Borgo Valsugana, presso l’Auditorium della Comunità di Valle, si è svolto l'incontro "Valsugana una svolta per il futuro". Un occasione questa per presentare le potenzialità e le iniziative promosse dall’ecosistema trentino dell’innovazione, in primo luogo dalla Provincia autonoma di Trento, ai cittadini e agli imprenditori della Valsugana. Hanno partecipato Marco Depaoli, vicepresidente del Consiglio Regionale; Fausto Giunchiglia, presidente di Trento RISE; Antonietta Tomasulo, consigliere di Trentino Sviluppo con delega su Sviluppo e Innovazione; Paolo Pendenza, dirigente dell’Istituto di Istruzione Alcide Degasperi di Borgo Valsugana; Vania Malacarne, sindaco di Lamon; e Sandro Dandrea, presidente della Comunità di Valle.

Fornire a cittadini e imprenditore della Valsugana e Tesino “guida pratica all’innovazione tecnologica per lo sviluppo del territorio”. Questo l’obiettivo dell’incontro “Valsugana una svolta per il futuro”. L'innovazione è la chiave per competere sia a tutti i livelli.

Intevento indroduttivo di Marco Depaoli. Apre l'incontro Marco Depaoli che così esordisce: "In questo periodo di crisi si parla spesso di innovazione. Dobbiamo puntare sulle nuove tecnologie, quelle che danno opportunità di crescita ai territori, e questo vale ancora di più per la Valsugana, che ha grandi potenzialità. Ecco la ragione del convegno di questa sera."

Nuove tecnolgie. E' toccato poi a Fausto Giunchiglia parlare di nuove tecnologie:"Tutti noi ormai abbiamo uno smartphone o un tablet, ma non è finita qui. Tutta la nostra vita si sposterà online: è in corso un processo che cambierà la società, come accadde con la rivoluzione industriale.E chi saprà generare le competenze di domani, creerà anche i posti di lavoro di domani, nei settori più svariati: perché il processo di cambiamento è solo all'inizio, e quindi questo è il momento di generare le competenze per gestire la nuova società e assicurarci un vantaggio competitivo sul mercato.

Capire il cambiamento. Non servono però le tecnologie se non si riesce a capire il cambiamento in atto per trasformare ciò in competitività del territorio e di questo ha palato Antonietta Tomasulo:"L’unico modo per affrontare il nuovo modello di sviluppo economico, è fare innovazione. L’obiettivo di Trentino Sviluppo è attivare processi proattivi per dare risposte concrete che la promuovano. Perché anche in un momento di crisi si possono realizzare azioni e progetti di sistema".

Mutare mentalità. La azioni necessarie ad assicurare la competitività sono elencate per l'Europa in Horizon 2020 sia per lo scenario di medio e lungo termine ma serve mutare mentalità è questo il tema trattato da Paolo Pendenza: "L’innovazione passa attraverso la formazione delle nuove generazioni, quindi la scuola è uno degli interlocutori principali, insieme alla politica e ai soggetti economici, per pensare azioni sistemiche.Il mondo di oggi è diverso, e così lo sono gli studenti di oggi. Per questo la scuola deve affrontare anche i temi dell’inno

Comune di Lamon e la tecnologia.Vania Malacarne, ha spiegato poi, come nel 2008 il suo Comune abbia voluto investire sulla banda larga pensando all’economia, allo sviluppo culturale, all’apertura del territorio: è un’infrastruttura vitale per far fiorire nuove attività economiche. La stessa a poi dichiarato: "Qui in Trentino avete un sistema di supporto, formato da enti come la Provincia, Trento RISE e Trentino Sviluppo, che non nasce solo da una condizione di disponibilità finanziaria. Vorrei invitare gli amici trentini ad apprezzarlo, perché non bisogna dare per scontata la creazione di un sistema simile".

Chiusura dell'incontro. La conclusioni sono state tirate da Sandro Dandrea: "Dobbiamo ancora comprendere appieno le potenzialità offerte da attori come Trento RISE. Rispetto ad altre comunità noi abbiamo un problema molto concreto, quello dell’occupazione. Dobbiamo fare innovazione, e sono convinto che se non operiamo in modo compatto, tutti insieme, non otterremo risultati sufficienti".

L’incontro si è concluso con gli interventi da parte Dal pubblico ha espresso ulteriori idee e proposte per un confronto e un dialogo che tutti, ieri sera a Borgo, sono parsi decisi ad attuare.

Tre aziende porteranno occcupazione in Trentino grazie alla 14° procedura negoziale firmata da Olivi

L' assessore all'industria, artigianato, commercio e cooperazione Alessandro Olivi ha sottoscritto la 14° negoziale con le società Engineering Tributi, Alysso e Okkam. Tale procedura nasce su un progetto di tre imprese sulla fiscalità e porterà ad una occupazione di 64 dipendenti.

Il progetto Sicras. L'alleanza fra una grande società nazionale, uno spin-off e un'impresa nata attraverso i fondi strutturali europei è la naseper sviluppare il progetto "Sicras", acronimo per Sistema integrato di conoscenza e rappresentazione semantica, dedicato alla fiscalità locale e realizzato congiuntamente tra l’unità operativa di Trento della Engineering Tributi. - società del gruppo Engineering Ingegneria Informatica - e dalle new.co trentine Alysso e Okkam.

Le tre società protagoniste di questo studio - i cui promotori vantano una consolidata esperienza nel campo dell’accertamento e liquidazione dei tributi, dello sviluppo di sistemi informativi e di software, nonché delle applicazioni tecnologiche - uniscono le diverse competenze e collaborano con l’Università di Trento e con laboratori di ricerca privati con l’obiettivo di creare una nuova tecnologia integrata, basata su modellazioni semantiche e sull'introduzione di algoritmi avanzati, con sistemi di controllo delle fonti informative. Una tecnologia che non solo potrà portare benefici alle pubbliche amministrazioni, sotto forma di maggiori entrate di bilancio, ma che consentirà anche lo snellimento delle pratiche, nonché una maggiore efficacia dell’attività di accertamento, riscossione e liquidazione di tributi e di ricerca dell’evasione.

Firma procedura negoziale e impegni della Provincia di Trento. Si è firmato ieri presso il Dipartimento Industria e Artigianato della Provincia l'accordo negoziale dall'assessore all'industria, artigianato, commercio e cooperazione Alessandro Olivi, dai responsabili delle società e dalle rappresentanze sindacali.

In base all'accordo la Provincia autonoma di Trento contribuirà con 3.212.847 euro su una spesa complessiva, ammessa e rideterminata, di 4.823.267,18 euro a fronte del raggiungimento, entro il 2018, di 64 unità lavorative, da mantenere fino al 2025.

Gli ulteriori impegni per le aziende sono:

  • il mantenimento delle aziende in Trentino fino al 2025 compresa l’occupazione;
  • il mantenimento di una patrimonializzazione del 30% per tutte tre le società con riferimento agli esercizi finanziari dal 2015 al 2017;
  • il versamento in Trentino delle imposte;
  • l’utilizzo dei risultati della ricerca e delle invenzioni industriali nelle aziende trentine;
  • la priorità alle assunzioni di nuovo personale a residenti nel territorio trentino;
  • la creazione di ulteriori nuove sinergie e collaborazioni con imprese ed istituti di ricerca pubblici e privati operanti in Trentino;
  • la presentazione all’APIAE di una relazione annuale, riguardante l’occupazione e i risultati economico – finanziari e tecnologici conseguiti, ai fini di una verifica periodica da parte dei tecnici ed esperti della Provincia autonoma di Trento, sullo stato di avanzamento del progetto, rispetto a ciascuna delle tre aziende istanti.

Commentando il raggiungimento dell'accordo l'assessore Alessandro Olvivi ha detto: "Siamo arrivati alla 14° procedura negoziale - è stato il commento dell'assessore Olivi - e anche in questo caso sono stati raggiunti risultati importanti sotto il profilo occupazionale, con l'assunzione di giovani altamente qualificati, uniti ad investimenti in ricerca e innovazione; voglio poi ricordare la collaborazione con l'Università e la proficua alleanza fra imprese che hanno portato una impresa leader in Italia a scegliere, ancora una volta, la nostra provincia come posto dove investire e a cercare il sostegno di due new.co trentine.

La collaborazione tra aziende con caratteristiche tecnico produttive esclusive e nuove micro impree, realizza uno degli obiettivi qualificanti della politica industriale trentina, che sostiene la nascita di reti d’impresa, indicando una strada virtuosa che potrebbe essere seguita anche da altre aziende del patrimonio industriale ed artigianale trentino. Ancora una volta il Trentino, con la reale collaborazione tra Università ed imprese, conferma la propria vocazione di laboratorio per nuove iniziative imprenditoriali basate sulle innovazioni tecnologiche e sull'alta formazione professionale. Si creeranno così le fondamenta per una nuova qualità imprenditoriale al passo con i tempi, offrendo a tanti giovani laureati ottime opportunità di crescita personale e professionale".

L'audio di Olivi

La truffa dei DDL sui referendum provinciali

Oramai si va verso l'estate e se guardiamo i DDL presentati al consiglio provinciale di Trento si aveva la sensazione che sulla democrazia diretta qualcosa di sostanzioso cambiasse. Purtroppo non è così sebbene oltre che giusto in tale settore sarebbe stato conveniente cambiare anche per togliere in parte il terreno sotto grillo.

DDL 222 de della XVI Legislatura. E' un tema quello presentato in tale disegno di legge che avrebbe potuto dare dignità al cittadino che si interessa della cosa pubblica e anzi poteva incentivare tutti a interessarsi di più della stessa. I presentatore Margherita Cogo del PD e Bruno Firmiani IDV sono consiglieri della maggioranza attuale e quindi si pensava che ci fosse una concreta chance per questo DDL. Non è purtroppo così visto che dal calendario lavoro del consiglio non è prevista la trattazione dello stesso almeno fino ad agosto. Come si sa ad agosto c'è la chiusura e si trova impossibile che un DDL presentato il 22 giugno 2011 e fin'ora non andato in aula possa vedere la luce a settembre.

Eppure era un DDL di buon senso che alzano a 9000 le firme come previsto dall'art. 2 dello stesso permetteva di superare comportamenti non degni dei partiti che spesso invocavano la gente a fare tutt'altro che esprimere un loro diritto. Questo non tanto per le firme che si aumentano ma per l'art.1 che prevede che la maggioranza assoluta sia dei presenti.

Il buon senso sembra però non essere di casa e quindi si lascia una prateria a Grillo su tale tema, ma fa così tanta paura che la gente possa esprimersi?

Abbassare le firme. Il DDL 267 sui referendum provinciali respinto in commissione in data 06 maggio 2013, ma andrà comunque in aula il 5 giugno. Lo stesso vede come primo firmatario Claudio Civettini delle Lega Nord a cui si agganciano altri consiglieri dello stesso partito. Mi dispiace constatare che questo DDL non affronta i problemi non toccando quorum o il rispetto dell'esito referendario, ma solo la raccolta firme. Questo viene fatto modificando l'art. 5, 17, 28 della Legge n.3 del 5 marzo 2003. Il testo può essere ricavato dal link, ma si può evincere come ci sia un abbassamento a 500 firme di elettori per il referendum provinciali a meno che questo non si svolga su materie delle minoranze linguistiche germofone in tal caso le firme sono portate a 400 firme di elettori residenti in comuni germofoni. Come ho già detto sopra non si affrontano i problemi.

Indizione dei referendum provinciali. Anche il DDL 297 è presentato dalla Lega Nord con primo firmatario Filippin Giuseppe ed è stato respinto in prima commissione in data 06 maggio 20013 e verrà discusso il 5 giugno. Questo DDL ha ancora minor incisività sullo svolgere dei referendum e il cittadino non noterà nessuna differenza. Il fatto sta tutto che si vuole toccare la modalità di indizione dei referendum provinciali. Cosa realmente cambia? Col DDL si vuole cambiare modalità di indizione passando dal decreto del Presidente della Provincia, com'è attualmente, al decreto del Presidente del Consiglio Provinciale.

Conclusioni. Si nota nel comportamento del PD e della Lega Nord un voler provare a cambiare, ma aver paura di cambiamento con proposte che francamente lasciano il tempo che trovano. Mi si dirà ma la Margherita Cogo ha presentato un DDL che voleva andare al nocciolo del problema; ma quando un consigliere e un partito non mandano avanti la loro idea di cambiamento dimostrano di aver lanciato uno specchietto delle allodole.

Nessun partito e nemmeno PD e Lega Nord hanno dimostrato di voler togliere almeno sul campo della democrazia diretta terreno al M5S.

mercoledì 29 maggio 2013

Incrementi dei casi di epatite A in Provincia di Trento nessun allarme

Ugo rossi rassicura sul fatto che non esista nessun allarme circa i casi di Epatite A che hanno visto un aumento dei casi nel Nord-Est d'Italia e quindi anche in Trentino. I casi sono 29 ma nessuno è grave. Ugo Rossi, assessore alla salute e politiche social, ha tenuto a precisare quanto segue:" "Si tratta di una malattia assolutamente curabile, nessun allarme per i prodotti del Trentino".

La causa. La fonte di infezione più probabile pare essere stata il consumo di frutti di bosco congelati provenienti da Paesi esteri e questo fa dire ad Ugo Rossi: "Nessun allarme quindi sui frutti di bosco trentini - prosegue l'assessore Ugo Rossi - né freschi, né surgelati: si tratta di prodotti confezionati fuori regione, come segnalato dal Ministero della Salute che ha già anche diramato il sistema di allerta e provveduto al ritiro dal mercato".

L’Azienda sanitaria è impegnata nella sorveglianza e nel controllo della malattia: per tutti i casi viene condotta un’accurata inchiesta epidemiologica sui fattori di rischio della malattia e per evitare la trasmissione dei casi da persona a persona vengono vaccinate le persone a contatto stretto del malato. Sono stati eseguiti 9 campioni su prodotti congelati di frutti di bosco inviati al laboratorio di Brescia per la ricerca del virus. Inoltre, in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità, si è avviato uno studio scientifico sui fattori di rischio della malattia e sono stati inviati all’Istituto Superiore di sanità i campioni biologici dei casi per la tipizzazione del virus.

Dimissioni di Enrico Turra e fuoriuscita di Via Nova dalla Comunità di Valle

Alle 10.30 del 28 maggio 2013 si dimette Enrico Turra consigliere di Via Nova della Comunità. Delle dimissioni che non si ferma al segnale seppure forte delle rinucia degli incarichi ma arriva a chiudere l'esperienza di consigliere nell'assemblea stessa. Una chiusura la sua appoggiata dalla lista Via Nova e dal circolo locale del PD che pongo fine alla partecipazione dall'interno dell'ente alla vita della comunità.

Le motivazioni vengono affrontate dallo stesso Enrico Turra e Enrico Gaio che si era dimesso prima di lui dall'assemblea della comunità di valle dopo essersi dimesso da assessore all'urbanistica.

Le motivazioni. Le motivazioni delle dimissioni e la rottura dell'alleanza con il beneplacito anche del coordinamento locale PD non sono rinvenibili nella non sostituzione dell'assessore Maurizio Gaio con altro componente della lista, ma su una mancanza di coerenza dell'amministrazione della Comunità verso il progetto che era stato messo in campo nelle elezioni del 2010. Un progetto che doveva vedere la comunità essere la sintesi della scelte politiche della Primiero-Vanoi.

Un compito quello di fare sintesi e di andare verso il "Comune unico" che si è arenato sicuramente per responsabilità provinciali, tra le quali la riforma istituzionale nata monca, ma che ha trovato resistenze anche locali. Non si è trovato sostegno nemmeno nell'assunzione di competenze, tra le quali, l'urbanistica che ha visto il niet da parte di Mauro Gilmozzi per evitare modificazioni di equilibri nella struttura istituzionali. Allo stato attuale la Comunità di Valle lavora per deleghe e ciò dimostra come la stessa rimanga allo stadio che esisteva nel Comprensorio.

E' mancata un regia politica che porti a razionalizzazione degli enti con servizi migliori e con un presidente Trotter Cristiano che non è riuscito nel suo ruolo di sintesi. Ciò aveva portato il gruppo Via Nova a tenere prima dell'uscita in modo definitivo dall'ente un ruolo di maggioranza e di lotta.

Il futuro delle Comunità di Valle. Le Comunità di valle sono da mantenere ma con competenze ed esser una fase intermedia per il Comune Unico. Certo è che sul tema gli alleati anche a livello provinciale sembrano avere idee diverse:

  1. parte dell'UPT e SEL le vuole eliminare;
  2. PATT rivisitare la materia nel senso di far partecipare i sindaci con una conferenza dei sindaci;
  3. resto UPT e PD vorrebbe lo sviluppo di tale ente.

Via Nova non si arroga la soluzione univoca per tutte le comunità, ma guarda al Primiero che vede formato da un Comune Unico nato da fusione dei tutti i comuni del Primiero-Vanoi ovviamente con municipi sul territorio.

Il Vanoi però è stato dimenticato si fa notare ottenendo la risposta che la vicepresidente è di Canal San Bovo, Stefani Andreina, e a lei va chiesto spiegazione. Comunque anche per il Vanoi si stanno portando avanti progetti.

La tempistica. La tempistica non è ideale vista la situazione complessa che anche il Primiero vive con la questione degli impianti a fune legata a ud un sottile filo, ma non era possibile continuare così. Dopo due anni senza prospettive di rispetto del programma non era più possibile continuare.

La mancanza di confronto. La democrazia interna dell'ente non ha funzionato con un'amministrazione che non rispetta la maggioranza e che mette nelle condizioni di lavorare le commissioni consigliari e i capigruppi.

Il futuro politico di Via Nova. Via Nova rimmarrà come laboratorio di idee e sia Maurizio Gaio sia Enrico Turra lavoreranno sul territorio per il progetto che si erano posti. In tal senso va fatta chiarezza ordinamentale delle Comunità di Valle con reali competenze per le stesse.

La possibilità di decidere. La decisione deve passare per molte materie alla comunità e la stessa deve, anche con dialogo coi comuni, poter scegliere. L'assessore competente deve poter decidere e assumersi le responsabilità. Sul fatto dell'assessora Elisa Zeni, la quale ha preso 19 voti, si mette in luce di come la domanda va posta al PATT essendo lo stesso la forza che l'ha reclamata. E' comunque stato evinto che anche una persona con pochi voti può esser competente. E' vero ciò non si discute, ma il discorso era di legittimità politica.

La questione impianti San Martino-Rolle. Sulla questione si addossa la colpa alle amministrazioni in primis la Comunità di Valle che non è stata capace di avere un ruolo di regia. Si prova dispiacere per il bando della funicolare rinviato a luglio ne peggior stile di una politica che non decide. Il progetto è sostenibile in quanto in 30 anni si avrebbe un ritorno e comunque va visto come mobilità pubblica. In tal senso si sarebbe favorevoli a prolungare un mobilità di questo tipo, in sostituzione autobus, fino al Imer. Ovviamente con sostegno pubblico.

martedì 28 maggio 2013

Turismo e decoro della cartellonistica della Valle

Quanto volte ho sentito parlare di turismo e molte volte tanti progetti sono stati disattesi. Girando per il capoluogo si possono avere esempi però di declino anche della cartellonistica che a volte è in cattivo stato a volte anacronistica. Non ho battuto tutta la valle ma gli esempi riportati sono inerenti al capoluogo Canal San Bovo, ma non è difficile a mio avviso andare anche nelle frazioni e trovare casi simili.

Credo che fare turismo deva partire dal territorio e da come lo stesso si pone all'esterno. Il nostro territorio deve creare di più ed essere più attraente con un paese più vivo. Oggi però non sono qui per parlare di turismo, ma di un fatto che ha a che fare anche con lo stessa: la cartellonistica.

La cartellonistica presente che indica le attività presenti, le località, i punti di interesse turistico sono il segno della cura che il territorio che assieme ad altri dettagli ed ad un paese vivo creano la qualità della località. Ci sarebbere da preoccuparsi dello stato di un cartellonistica che non è all'altezza del proprio ruolo e in qualche caso da anche un immagine delle attività che con la stessa si pubblicizzano.

Speranza. La preoccupazione per l'immagine che si da è mitigata dalla condivisione che ho trovato sul tema da parte dell'assessore al turismo Giulia Rattin attenzione. Sarebbe pure utile e questo è stato già manifestato che le attività siano contattate per vedere se c'è interesse ad avere uno spazio pubblicitario sia tra le nuove che già consolidate attività. Anche su tale punto c'è stato dallo stesso assessore attenzione. Mi è stato anche assicurato che già l'amministrazione si era attivata presso il Consorzio Turistico, che era già stato incaricato in passato di tale compito, per la sostituzione degli stessi. Non sarà una cosa veloce ma col tempo verranno sostituiti. Come primo cartello verrà sostituito proprio quello della foto sopra.

Invito quindi le attività a farsi sentire se vogliono esser presenti sulla stessa cartellonistica.

Reportage con le foto scattate

sabato 25 maggio 2013

Consiglio comunale del 24 maggio 2013 ore 20

Prima di parlare del consiglio comunale che ha visto una partecipazione scarsa della popolazione vorrei chiedere scusa per l'errore sull'ora scoperto solo a ridosso, correggendo attraverso commento, che avevo sbagliato mettendo un ora più tarda della reale. Il consiglio è iniziato alle 20 ed è durato poco.

Sebbene la convocazione è avvenuta ieri sul sito del Comune i consiglieri da ciò che ho capito sono stati avvisati prima per PEC.

Verbale seduta precedente. Tale punto viene qui ricordato anche se non ci sono state osservazioni e tutto è finito con un astensione per mancata presenza e per il resto voto all'unanimità.

Seconda variazione di bilancio. Una variazione la seconda che assomma a 200000,50 euro un valore esiguo visto il patto di stabilità. Per poter far fronte a ciò le risorse vengono prese dai canoni vari, budget, avanzo di amministrazione oltre ad una alienazione immobiliare.

A fronte di ciò si sono prevedono le seguenti spese:

  1. spese sanitarie in ottemperanza legge sul lavoro euro 500;
  2. lavoro straordinario operai sgombro neve 5000 euro (per far fronte alla spesa maturata quest'inverno);
  3. atttività culturali (GREST) 500 euro;
  4. compartecipazione piano giovani comunità valle 150 euro;
  5. Vanoi notizie 6000 euro;
  6. Spese notifiche 400 euro;
  7. rimborsi varie imposte e tasse 12000 euro;
  8. sistemazione piazza prade 5000 euro;
  9. acquisti per recinto fauna selvatica Caoria 30000 euro;
  10. sistemazione strada Dardi 10000;
  11. progetto fognatura Zortea I lotto (si divide in lotti per mancanza risorse) 70000;
  12. postazione bike sharing liquidazione a Comunità Valle (doveva essere totalmente a carico stessa) 11500;
  13. riparazione straordinaria macchinari (15000 per probabile acquisto spazzatrice) 25000;
  14. progetto centralina malga Fossernica di Fuori (80% contributo provinciale) 35000 euro;
  15. manutenzioni strade forestali 10000;

L'urgenza è stata dalla sindaco motivata con le progettazioni e il progetto bike sharing che doveva avere in breve tempo riposta. Le votazioni sono avvenute ad unanimità e con immediata esecutività.

Esame e presa d'atto del regolamento d'asilo. Il regolamento d'asilo è corposo e si da per letto e va ad esplicitare l'organizzazione. Lo stesso è stato redatto dalla comunità e l'asilo viene gestito da una cooperativa. Lo stesso è stato votato all'unanimità e con l'immediata esecutività. Anche su tale punto si evita l'urgenza del consiglio in quanto la presa d'atto si deve fare entro maggio.

Nomina del rappresentante del comune nell'asilo. Dopo aver provveduto alla presa d'atto del regolamento si arriva a tal punto. Visto che tra le norme di organizzazione è previsto il comitato di gestione, ma da verifiche compiute dalla data di convocazione al consiglio è emerso che non si rideve fare la delibera di nomina e che può essere tenuta quella del 2 agosto 2012 che sostituiva Rattin Alessandra con Giulia Rattin. Il punto quindi salta.

Regolamento del mercatino dell'usato e del collezionismo. Sono arrivate richieste per poter svolgere tale mercatino nel Vanoi. Esso sarebbe simile a quello che già si tiene a Fiera di Primiero e Transacqua. E' un regolamento che è generalissimo e che cerca di non vincolare troppo anche perchè anche se si è pensato di tenerlo a Canal San Bovo non è detto che si tenga anche in altro luogo. I punti sono che chi partecipa allo stesso deve avere materiale adeguato che viene nel regolamento specificato e che non superi i 500 euro a pezzo. Non può inoltre essere di artigianato. A vigilare sulle violazioni allo stesso ci saranno i vigili urbani e e una commissione di controllo nominata dalla giunta. Le sanzioni saranno da 50-150 euro. Da sottolineare poi che chi partecipa non può essere un commerciante ma solo una persona fisica. Lo spazio è di 1,00-1,50 metri minimo e massimo 1,00-2,5 metri con un costo di 0,193 al metro quadrato. Visto l'esiguo introito che sarebbe soffocato dalle spese di pagamento si farà un atto che ne preveda l'esenzione. A voto unanime è stato approvato.

Non essendoci comunicazioni del sindaco tale punto non ha avuto luogo e il consiglio è terminato in meno di 30 minuti.

venerdì 24 maggio 2013

Convocazione per oggi del Consiglio Comunale ore 20.30

E stata formalizzata in data 23 maggio 2013 la convocazione per un Consiglio comunale d'urgenza per oggi, il testo della stessa si può trovare qui. Va bene l'urgenza che può venire motivata con la variazione di bilancio urgente per far partire le opere, questo secondo ciò che detto dall'assessore al Turismo Giulia Rattin, ma il giorno prima non da modo ai consiglieri di prepararsi. Certo ne avranno discusso in pre-consiglio, ma se la convocazione è uscita oggi vuol dire che fino ad oggi non c'era tutto il materiale.

Esame verbale seduta precedente. Il primo punto non presenta problemi di sorta essendo che in tale sede si possono fare osservazioni su eventuali mancanze circa ciò che si è riportato della seduta precedente. Si da per letto di solito perchè inviato a casa.

Esame della seconda variazione di bilancio di previsione esercizio 2013. Il 2013 ha visto partire il patto di stabilità e forti limitazioni anche per i nostri comuni. L'assessore al turismo, Rattin Giulia, ha motivato con una variazione per far partire opere dopo la chiusura che si era dovuta fare per il patto di stabilità e la prudenza richiesta. E' pur vero che la ora con la sospensione dell'IMU che potrebbe anche esser un motivo di urgenza che potrebbe aver portato ad una possibile situazione di urgenza. Certo è che convocazione oggi e quindi deposito di materiale in giornata risulta difficile che domani i consiglieri siano preparati sull'argomento. Mi aspetto almeno un po' di dibattito.

Esame e presa d'atto regolamento d'asilo. Questo punto è una presa d'atto di un regolamento fatto altrove. Essendo una presa d'atto richiederà poco impegno da parte dei consiglieri.

Nomina del rappresentante del Comune nel Comitato di gestione dell'asilo nido. La nomina è la sostituzione del rappresentante non mi è dato sapere se per avvicendamento

Istituzione del mercatino dell'usato e del collezionismo ed approvazione del regolamento disciplinare. E' intenzione dell'assessore del Turismo del Comune e dell'amministrazione assecondare la richiesta di istituzione di tale mercatino che vedrebbe la luce nel centro del paese. Domani si saprà meglio come si svolgerà e il regolamento.

Eventuali comunicazioni del sindaco. Tale punto viene di prassi inserito in ogni consiglio su eventuali comunicazioni che il sindaco riterrà di fare.

giovedì 23 maggio 2013

Le Comunità di Valle tema delle Provinciali di Trento

Le Comunità di Valle saranno tema delle politiche provinciali e non solo per la questione della Lega Nord che vorrebbe toglierle. La proposta più fantasiosa è arrivata da Bruno Firmiani consigliere dell'Italia dei Valori.

Fare 30-40 Comunità di Valle. Fare 30-40 Comunità di Valle come proposta di tale consigliere come riportato qui è prima di tutto una follia e sconfessa il sistema che si è percorso. La proposta di Firmiani creerebbe nuove enti che che assumerebbero le competenze delle Comunità di Valle in un ambito più piccolo più quelle dei comuni di ambito.

Se caliamo nel Primiero la proposta (ove esiste una Comunità di Valle, un Unione dei Comuni, Comuni) risulta difficile capire come ciò possa avvenire, ma esistono problemi anche più difficili da sbrogliare.

I comuni che se ne dica sono previsti dalla Costituzione e sono di pare dignità delle province nei loro campi e non so come una proposta simile che è invasiva al massimo verso i comuni possa esser non soggetta ad illegittimità costituzionali.

Come si evinceva poi si sconfesserebbe gli ambiti previsti e la strada fin'ora seguita e questo è un forte problema politico. Sarebbe voler dire che si è sbagliato che si voleva altro non un luogo di discussione sovracomunale ma un modo diverso di unire i comuni.

Visto che la fusione è auspicabile perchè non si sono seguite le strade già previste con le unioni e incentivi per farle chiudere prima con la fusione è mistero. Un mistero che può essere visto con la voglia di sostituire un ente senza toglierlo: il Comprensorio.

lunedì 20 maggio 2013

La mancata partecipazione del PD alla piazza FIOM

Maurizio Landini ha constato che i massimi vertici del PD e nemmeno una delegazione dello stesso era presente alla piazza PD. Non è difficile capire il perchè di una non presenza del PD alla piazza anche se per molti sembra inconcepibile.

Evitare l'abbraccio mortale Fiom, PD. Si parlava appena fatte le larghe intese all'abbraccio mortale PD, PDL e di come ciò avrebbe pesato negativamente. Da Facebook addirittura Mauro Ottobre parla che l'accordo reggerà fino a quando il PD non raggiungere e sorpasserà il PDL. E' una prospettiva difficile da vedere viste anche come è andata sull'elezione del capo dello stato.

Oggi abbiamo un reggente la funzione di segretario che proviene dall'area Cgil di cui allo stato attuale non si conoscono le ambizioni. Il reggente è Guglielmo Epifani e non ha davanti a se un facile compito perchè oltre a parlare di come strutturare il partito in cui qualche aderente getta la sua idea deve ricucire con gli elettori. Degli elettori delusi sicuramente dall'accordo PD-PDL che in campagna era stato sempre escluso.

Il problema di ricucire con l'elettorato non è così un compito da prima elementare ma un impresa non improba ma difficile che richiede prima però un passaggio: chiarire qual'è l'elettorato del PD. Con l'operazione di non andare alla piazza Fiom si è a mio avviso dare un segnale la Fiom: non siete solo voi i nostri elettori. L'operazione in questione è stata compiuta in modo abile dicendo che non si è sordi alla piazza anche se non si partecipa alla stesse, infatti si sa ascoltare. E' stata abile questa mossa perchè la partecipazione alla stessa avrebbe portato a ulteriori dibattiti e spaccature. Oltre a ciò una partecipazione avrebbe portato a dire gli avversari che la Cgil aveva la carta vincente sul PD, visto che pure il reggente viene da quest'area.

Il problema identitario. Il problema identitario è però allo stato attuale lì che chiederà di esser risolto se qualcuno vorrà risolverlo, ma che non si risolve con la corsa alla segreteria perchè il dibattito deve esser chiaro non deve esser sui nomi ma sul programma.

Il programma un programma a volte molto lungo è stato fatto ma che nei dettagli pochi conoscono e che spesso la terminologia usata nella campagna elettorale ha messo in secondo piano. Con tutto rispetto per Pier Luigi Bersani alla gente non interessa smacchiare il giaguaro ma batterlo sui temi.

Il comportamento di Epifani a molti potrà non esser piaciuto ma è un modo di non precludersi la segreteria in caso volesse candidare perchè il PD è fatto di molte anime a volte troppe. E pure questo sarà un tema importante da affrontare e che lo stesso civati sul suo sito affronta. Si deve capire se il partito vuole aprirsi come già fatto con le primarie o darsi un entità più solida come la logica dei tesseramenti.

Passare dalla logica delle primarie ai tesseramenti. Passare dalla logica delle primarie ai tesseramenti come viene fatto notare da Giuseppe Civati presenta problemi non facili da risolvere e ne può creare altri. Se da una parte ciò darebbe una linea vicina a chi sostiene il partito gli stessi sono forse meno trasparenti delle primarie che pure problemi hanno dimostrato.

Passare però ai tesseramenti darebbe intanto un finanziamento più costante e se opportunamente previsto la possibilità di valorizzare i tesserati in dialogo di idee che non sia solo scontro tra correnti. Il problema è questo dare un idea di cosa il partito vuole essere e chi vuole rappresentare perchè rappresentare tutti è impossibile anche per la persona più scaltra.

Ecco però non si è andati a mio avviso alla piazza FIOM in quanto si vuole si rappresentarla, ma non solo quella perchè il centrosinistra è più ampio; sebbene si debba ancora chiarire le idee.

domenica 19 maggio 2013

Fuori i programmi per le provinciali non i Pinocchio di turno

E' desolante leggere l'appello di Franco Panizza e Ugo Rossi che lanciano un appello forte e preccupato, riportato sul sito del Patt e che chiedendo di scegliere le modalità di selezione del candidato a Presidente della provincia della di Terento del 2013. E per giunta si dice che si deve fare presto perchè mentre le forze della coalizione le «imprese chiudono» e l’economia «è in una situazione di emergenza». Si rilanciano poi le primarie in modo tale che «siano poi i cittadini nelle primarie a stabilire chi sarà il coordinatore della coalizione».

Uno strumento le primarie che al leader Patt Ugo Rossi che le vede anche nel caso Alberto Pacher ritiri la suo no a candidadare. Ma non è il solo che è convertito alle primarie tanto che Franco Panizza lancia questo segnale «Su Pergine alla segretaria Flavia Fontana dico che se non si è arrivati a un candidato unitario del centrosinistra autonomista è per il fatto che l’Upt si è tirato indietro sulle primarie…».

Il tempo come lo stesso Ugo Rossi sta per scadere e si dovrebbero tenere tra il 16 e il 23 giugno, in quanto a luglio è impensabile. Togliendo poi agosto che in impossibile perchè francamente la gente non seguirebbe le stesse poi si arriverebbe troppo a ridosso delle elezioni.

La lezione presa da Bersani sembra non aver insegnato nulla e cioè che va bene il leader ma la gente vuole sentir parlare di altro. La gente vuole sentire a parlare dei problemi suoi, dell'economia, di come rende più rispondente la pubblica amministrazione e vuole concretezza.

Sui programmi. Sebbene la destra in questo momento sembra latitare sopratutto sul tema delle provinciale e i programmi la sinistra non ne esce con una bella figura. Si sente parlare a sinistra di molti nomi di laboratori che si stanno costruendo di leader che sembrano caduti da Marte, ma nulla di concreto.

Il Patt fa questa proposta ad un PD che è lacerato da divisioni interne. Luca Zeni ha creato un laboratorio suo esistono poi tante candidature Alessandro Olivi, Borgonovo Re e tanti nomi anche della cosiddetta "società civile".

L'UPT poi vede la perdita di persone e contendersi l'elettorato con Progetto Trentino di Silvano Grisenti che è fuoriuscito proprio da quel mondo.

Il gran rifiuto di Pacher. In questo contesto fa eco il gran rifiuto alla ricandidatura di Alberto Pacher che da reggente della Presidenza della Provincia di Trento poteva candidarsi per il ruolo di Presidente della Provincia. Un rifiuto il suo fatto per tempo, almeno un anno fa, constatando che non c'erano le condizioni per la sua candidatura. Condizioni non personali ma politiche che non sono state risolte e che sembra non si vogliano risolvere.

Vorrei ricordare ai politici che parlano sempre di nomi ed alleanze che il cittadino non vota per mandare questo o quello a governare come se fosse un gioco di società delle figurine panini. Il cittadino vuole un progetto, conoscere le cose che si ritiene portare avanti e come si ritiene di risolvere i problemi che ci sono e che futuro si vuole dare al territorio.

Se interessasse solo la figura che è si importante che sia autorevole allora basterebbe prendere il Pinocchio dei Collodi e votarlo. L'elettorato è più maturo e ha più possibilità di informazione e si vede ciò che è possibile fare e ciò che non lo è. Speriamo che le questioni politiche prima fra tutte il programma e poi il resto vengano toccate e non si parli solo di persone. E' finito quel tempo e se il PD, PATT, UPT non lo capiscono in fretta potrebbero risvegliarsi dal sogno per trovarsi nel loro peggiore incubo: la vittoria di una destra. L'unica fortuna è che forse la destra è per il momento immobile.

giovedì 16 maggio 2013

Un bilancio di tre anni dell'Amministrazione Cemin a Canal San Bovo

Oggi si compiono i 3 anni da quando le elezioni del 2010 dichiararono vincitrice la lista Uniti per il Vanoi capitanata da Mariuccia Cemin. Delle elezioni che nacquero sotto una luce diversa e videro Uniti per Vanoi nascere a ridosso delle elezioni come unica lista. Però esisteva il quorum e venne creata una lista nuova Caccia e Pesca che non aveva chance di vincere. Non aveva chance per due motivi per come è stata costruita e per il fatto che deliberatamente sosteneva nel comizi Uniti per il Vanoi. Era insomma più una lista collegata che avversaria.

Da quel giorno molte cose sono cambiate con le dimissioni di 8 consiglieri, ma che non sono stati sufficienti per porre fine all'amministrazione per i motivi già trattati qui. Nel post riportato c'è la motivazione e la surroga dei nuovi consiglieri che diedero forma al nuovo consiglio come attualmente si presenta.

Le cose sopra citate sono note e qui non vorrei tediarvi ulteriormente con le stesse qui si vuole fare un bilancio di tre anni di mandato valutando cosa è stato fatto, cosa rimane da fare e se è possibile fare quello che nel programma presentato alle elezioni 2010 è stato presentato.

Nodo Viabilità provinciale. Sul primo punto del programma che fa riferimento a ciò si deve dire che non ci siamo proprio. L'attenuante in tale campo che si può trovare è che la materia non è comunale e quindi il comune può solo spingere. Certo è che non si può valutare il lavoro positivamente in tale settore non essendoci stati risultati. Non si può poi dire che il Primiero, verso il quale si voleva cercare sostegno per convincere la Provincia a tale interventi, sia attento a ciò e che anzi sia stato sordo.

Il collegamento Vanoi-Fiemme è oramai opera leggendaria della quale molto si è parlato in passato, ma che non ha mai visto fare un passo avanti. E' un po' la Valdadstico del Vanoi, con la differenza che la Valdastico servendo zone ampie viene ancora sostenuta da poteri forti.

Il miglioramento della viabilità col passo Broccon ha visto qualche intervento, ma ancora oggi tale strada che porta ad una zona turistica sfruttabile anche dal Vanoi viene spesso chiusa. Un intervento risolutivo non è ancora in previsione visto il costo non esiguo che avrebbe.

Sulla strada di fondo per collegare Calaita a San Martino sembra invece esser calato il silenzio e sulla stessa poco potrei dire.

Viabilità comunale. Sulla viabilità comunale i risultati sono stati più incoraggianti anche se ci sono delle criticità che fanno dire che alcuni interventi sono favole.

Il tunnel sotto l'abitato di Canal San Bovo era previsto almeno 15 anni fa con già il finanziamento previsto. Tale finanziametno è stato girato per la circonvallazione Imer-Mezzano sotto l'amministrazioni Fulvio Micheli. L'amministrazione Cemin l'ha messo come priorità per dare vivibilità e poter riqualificare il capoluogo Canal San Bovo, ma è difficile che ce l'ha faccia a portarlo a termine. L'assessore Gaspare Perotto, presente anche nell'amministrazione Micheli ha messo in luce che c'era un accordo scritto per avere indietro il finanziamento dirottato. Si è pure detto che il Primiero non intende rispettarlo perchè le amministrazioni sono cambiate come se il Comune sia cosa privata. Non è così e quindi gli accordi dovrebbero esser rispettati. Allo stato attuale non è stato possibile visionare materiale in merito a tale accordo e Perotto non ha fornito prova di ciò, esiste questo accordo? Perchè non provarne l'esistenza?

Il completamento della messa in sicurezza della strada Canal San Bovo-Caoria è, con le varie problematiche che un intervento di tale entità comporta, un successo. Non si può dire che tutto sia stato risolto ma si sta procedendo alla risoluzione.

La strada Tanduchi verso Prade invece è un buco nero su cui nulla si sa. Incontri con la popolazione non ce ne sono stati e risulta che la stessa ha poco senso pratico per un traffico veicolare. Certo è che qualcosa va fatto almeno mettere a posto la problematica creata dalla strada che ha riaperto la frana.

La strada artigianale Giare e Canal di Sotto-Mas è allo stato attuale presenta un problema di non facile soluzione e che non si ritiene possibile abbia soluzione con questa amministrazione. L'area artigianale non è ancora servita da una strada che eviti ai mezzi pesanti della stessa di passare per le case di Canal di Sotto Mas. Andrebbe tenuto in considerazione ciò visto che la zona che i mezzi pesanti ha visto un'espansione. Un espansione quella della zona non guidata nei migliori dei modi dalle amministrazioni passate che non hanno risolto il problema di una viabilità sempre meno rispondente. Tanti progetti si sono sentiti anche faraonici, ma nulla ancora si è fatto.

Il miglioramento e la messa in sicurezza della Strada del Broccon fino all'abitato di Ronco ha visto qualche intervento anche se attualmente non è stato risolutivo e che molto andrà fatto.

Apertura a tutti della strada da Caoria a Ponte Stel una reale possibiltà per rende accessibile il patrimonio comunale e il suo ambiente. Sul punto non saprei esprimermi essendo ancor oggi presente un divieto e che le strada non è ancora a mio avviso a norma.

Continua manutenzione di strade, marciapiedi e arredo urbano sono un valore per tutti. Non si mette in dubbio che essa venga fatta e che in qualche caso è meglio aspettare visto che ci sono interventi che potrebbero rendere inutile una sistemazione attualmente ad esempio a Canal San Bovo. Certo gli interventi sono numerosi e spesso non si riescono ad apprezzare. Sarebbe utile averne una lista.

La questione parcheggi va risolta e di questo è un piacere vedere che l'amministrazione la pensa cosi. Qualcosa di è fatto come a Canal San Bovo con l'area delle feste; in altri casi qualcosa si è fatto. Andrebbe valutata la situazione.

Valorizzazione del patrimonio. Il patrimonio immobiliare non ha visto uno sfoltimento e con il centro servizi deciso per l'albergo diffuso e acquisti per l'ostello di Caoria sembra che ci sia un aumento. Il problema è se questi stabili servono realmente visto che in qualche caso si nota un deperimento: vedi casa ex Menat (lo stabile ove c'era la vecchia canonica) a Canal San Bovo. Deve esser sfoltito tale patrimonio concentrandosi sugli stabili che servono per i fini istituzionali. Non mi sento di dire che qui la si sia fatto centro.

La rivalutazione del diritto di uso civico e pascolativo integrandolo con un utilizzo agrituristico delle malghe è stata in parte fatta con la valorizzazione di Malga Fossernica di Fuori e altri interventi che però non arrivano ancora a tale scopo, tranne per Fossernica di Fuori.

Un successo innegabile dell'amministrazione la zona feste che dopo diatribe su dove colloacare la stessa hanno trovato concreata attuazione. La stessa è stata realizzata in zona adiacente alla sede del Comune nel centro del paese. E' stato ricavato per il tempo che non verrà utilizzata anche dei parcheggi al servizio della frazione.

Anche la Caserma della protezione civile ha trovato collocazione sebbene non è ancora realizzata ma di prossima realizzazione. La stessa vedrà la realizzazione nella zona di piazzale a servizio della Provincia di Trento, che verrà girato al comune, nei pressi del Tunnel Totoga. Ha ricevuto il finanziamento provinciale, ma non bastando i soldi verrà fatta la scatola e il garage della Croce Rossa. Verrà appaltata a breve in quanto ad inizio dicembre scade il finanziamento dell'opera da parte di Croce Rossa per 360.000 euro. Per il completamento anche della restante opera si aspetterà il prossimo bando provinciale che verrà aperto sulle economie realizzate negli appalti di alti caserme.

Un turismo ecocompatibile e la valorizzazione delle risorse umane. In tale settore le azioni che si voleva prendere sono diverse ed è utile iniziare come da elenco.

Non ho a mia memoria ricordo di interventi per favorire investimenti turistici di perequazione e compensazione dei PRG o che comunque gli stessi abbiano portato risultati.

Non si sono parimenti visti incentivi di tipo ubanistico-edilizio per investimenti in bioedilizia e a basso consumo energetico o non hanno riscosso interesse dalla popolazione.

Tra le proposte anche l'incentivo ad un turismo a basso impatto ambientale che preveda ippovie, trekking, scialpinismo e altro. Su questo punto oltre che l'ippovia del Vanoi e la percorsi per il mountain bike con una forse due ciclabili di quota c'è molto da fare. Non appare al momento si possa dire che esista un prodotto turistico consolidato in tale settore.

L'area del torrente Vanoi non è a mio avviso adeguatamente valorizzata sebbene tale amministrazione abbia previsto ciò nel suo programma. A onor del vero per il Torrente Vanoi nei pressi dell'abitato Canal San Bovo non è colpa dell'amministrazione comunale ma dalla normativa e delle prescrizioni che lasciano poche prospettive essendo zona a rischio idrogeologico. E' però da chiedersi a mio avviso se il Vanoi non poteva essere valorizzato almeno nelle aree che si prestano alla canoa.

Nel campo della collaborazione con Ecomuseo e Parco si può invece dire che molto è stato per il recupero delle tradizioni sia a scopo divulgativo verso la popolazione sia verso i turisti. Va valutati i risultati però di tale sia in chiave divulgativa che turistica rispetto alla risorse investite.

Occupazione. Ci si chiede inoltre se l'economia della Valle sia stata aiutata da queste operazioni o se qualcosa potrebbe esser fatto. L'economia della Valle vede un turismo ancora ristretto in un periodo breve luglio-agosto e in minima parte giugno e settembre. Non è quindi cambiato molto e non si è avuto un allargamento della stagione. Questo secondo me dovrebbe esser la priorità.

A parte il settore pubblico o socio assistenziale il settore forte della nostra valle è in ginocchio. E' colpa della crisi senz'altro ma ci vorrebbe una volontà maggiore dell'amministrazione comunale e della burocrazia nell'incentivare o per lo meno permettere (a volte non è possibile) la partecipazioni delle aziende locali agli appalti.

Va favorita la creazioni di impresa innovativa che sebbene è più difficile nelle nostre che altrove da creare può esser creata pure qui partendo dalle risorse naturali di cui disponiamo.

Conclusioni. Il bilancio dell'amministrazione attuale ha luci e ombre e molte cose non sono state fatte. Si deve dar merito di ciò che è stato fatto, ma è pur vero che si era partiti con un piglio nel programma quasi da libro dei sogni. Forse è dovuto all'inesperienza del gruppo e del fatto che è nato non con una discussione temporale, ma in fretta.

Non mi sarei mai aspettato di vedere cambiare il consiglio completamente viste le numerose dimissioni visto che forse diverse posizioni non erano state adeguatamente discusse.

Su qualche punto messo in luce come la preferenza per ditte locali negli appalti, ma anche qualche idea innovativa per rendere più attraente nel turismo me l'aspetto. Da un gruppo giovane mi aspetto che fatta esperienza ci sia più coraggio.

A fine mandato sarà possibile una valutazione più complessiva dell'amministrazione attuale.

mercoledì 15 maggio 2013

Bilancio di tre anni dell'amministrazione domani

Domani per celebrare i tre anni dell'amministrazione comunale Cemin si tenterà, sul blog, di dare un primo bilancio dell'Amministrazione Cemin.

Un bilancio quello che si prospetta di fare onesto che parte dal programma della lista Uniti per il Vanoi che era abbastanza ambizioso. Vi aspetto domani al compleanno dell'amministrazione Cemin per la valutazione delle cose fatte, quelle non fatte e quelle non realizzabile. Il mio modo di celebrare degnamente 3 anni del lavoro dell'amministrazione.

martedì 14 maggio 2013

Comunità è morta, viva la comunità

Così recitava il titolo della lettera apparsa sull'Adige del 5 maggio 2013 ad opera di Daniele Gubert, consigliere in comunitò della lista "La mia Valle". Una lucida visione sulla Comunità di Valle forse un po' tardiva visto che tutto era prevedibile già quando la comunità è stata varata.

Il comune rimane il luogo di decisione principe della decisione ed è lì che il cittadino rivolge le sue istanze. Lì la costituzione da riconoscimento ad un istituzione importante e che è sopravvissuta a varie ere. La comunità di valle dove essere uno spazio politico ove discutere superando gli interessi particolari dei comuni ma così non è stato. Non è stato così perchè le comunità in questione non possono porsi con supremazia sui comuni, in quanto solo gli stessi sono riconosciuti dalla Costituzione. In tal senso pende un giudizio di illegittimità costituzionale della previsione delle stesse che potrebbe porre fine definitivamente a tale ente. Le dimissioni, espulsioni, e giochetti politici poi a cui Daniele Gubert fa riferimento per la Comunità di Valle di Primiero non giovano all'autorevolezza dell'ente, il quale non ha saputo andare oltre il Comprensorio erogando servizi, prestazioni senza forte peso politico.

Il comune unico. La proposta di Daniele Gubert e di Enrico Turra, quest'ultimo di Via Nova, era di arrivare attraverso il laboratorio della Comunità ad un comune unico. Un comune unico di cui non si danno i connotati e che non emerge. Sembra ancora non esserci una visione unitaria dello sviluppo del Primiero-Vanoi e spesso ci sono decisioni che guardando ai particolarismi e pure all'interno del Primiero esistono divisioni.

L'unico progetto di comune unico viene dall'Unione Alto Primiero fuori dallo schema della Comunità di Valle. Questo è il proseguimento di un progetto già iniziato in passato da Siror, Tonadico e Sagron Mis. Era stato abrogato e ora lo si riprende in male con la voglia di procedere ad un allargamento a Transacqua e e Fiera di Primiero. E su tale solco che l'Alto Primiero non ha aderito alle gestione associate obbligatorie sebbene fossero previste penalizzazioni. Il comune, eventuale, dell'alto Primiero può diventare il vero azionista delle Comunità di Valle.

Il futuro. Ci si allontana sempre più da un ruolo politico della Comunità di Valle che sembra sempre più un centro servizi. Non era questo che si voleva, ma era l'unica cosa possibile. Tale argomento è tema da campagna elettorale per le provinciali 2013 di Trento sia a destra sia a sinistra con la sinistra che sembra non avere una posizione comune. L'incertezza sul loro destino non contribuisce a chiarire il piano su cui le Comunità di Valle si muovono. Staremo a vedere se il loro destino sarà segnato.

domenica 12 maggio 2013

Stipendi, indennità, rimborsi dei parlamentari

Ieri il Vicepresidente della Camera dei deputati Luigi Di Maio, deputao de Movimento 5 stelle ha ricordato di aver chiesto alla Presidente Boldrini l'apertura di una voce di bilancio sulla quale depositare parti giudicate eccedenti dello stipendio e dei rimborsi spettanti ai deputati. La richiesta è stata trasmessa nei giorni scorsi, non appena pervenuta alla Presidente, al competente Collegio dei Questori per la necessaria istruttoria. Le loro valutazioni preliminari saranno la base per le decisioni dell'Ufficio di Presidenza, già convocato per martedì 14.

Sarà poi da verificarne l'utilizzo perchè potrebbe esser uno strumento elettorale questo come già è stato per i fondi intascati illecitamente dalla Margherita e non riassorbiti al bilancio, ma dati per la finalità degli esodati. E' poi da verificare le risorse che veramente verranno ritenute eccedenti. Si era partito con uno stipendio e delle dotazioni minori ma oggi il dibattito è aperto.

Non è questo però il modo di risolvere il problema e andare incontro alle istanze dell'elettorato, ma ciò è solo un palliativo. Serve una legge sull'argomento che porti ad una riduzione delle risorse facendo rimanere le stesse all'interno del bilancio statale. A quando questa richiesta coraggiosa? Quando qualche proposta in merito? Il governo attuale ha messa la riforma della politica nel suo programma andando a toccare anche i rimborsi elettorali ai partiti, ma il suo cammino è in salita. Quando si affronterà la questione?

giovedì 9 maggio 2013

La politica sotto ricatto e minacce

Dopo i messaggi di protesta verso gli esponenti dei partiti in connessione dell'elezione del Presidente della Repubblica che hanno portato a mettere a nudo una classe politica debole. Una politica che non sa governare la protesta, ma che dalla stessa si fa travolgere sopratutto se proviene dalla rete.

La rete che da luogo virtuale diventa reale e sul quale si apre il discorso della sicurezza con due funzionari a turno della della Polizia Postale, dotati di specifiche competenze di tipo informatico, messi da giorni a disposizione dell'Ispettorato di pubblica sicurezza della Camera.

Quest'atteggiamento segue le minacce rivolte via web alla Presidente Boldrini, con parole e immagini lesive della dignità personale.

La violazione delle casella di posta elettronica. Le minacce sebbene già di per se gravi sono, a mio avviso, meno gravi delle violazioni delle caselle di posta elettronica di alcuni deputati del Movimento 5 Stelle. Sebbene entrambi violando i diritti di parlamentare e cittadino la seconda è infatti segno di una pratica tesa a raccogliere dati sulla persone in questione e in tal modo poterci costruire dei Dossier. E' pur vero che se esistono in tale caselle anche foto osé di parlamentari e altro materiale compromettente. Ciò dimostra una leggerezza compiuta dagli stessi, infatti andrebbe usata prudenza circa l'utilizzo che dei strumenti si fa sopratutto se si è persone pubbliche. Mi il materiale è privato e a volte di quando era più giovani; ma è pur vero che comunque il passato di un parlamentare può distruggerlo.

La politica sotto scacco. Ciò che è successo alla presidente della Camera e alla parlamentare non è sicuramente da giustificare, ma si deve chiedere prudenza alle stesse specialmente alla seconda. Se nel caso della Presidente non si possono addebitare responsabilità, nel caso dei parlamentari 5 stelle si. Se si vuole tenere materiale che può dare adito a ricatti lo si deve tenere a prova di attacco. Vedere parlamentari che possono esser attraverso la rete indirizzati a proprio piacimento come nel caso di alcuni parlamentari PD oppure che possono avere materiale che può esser usato per ricattarli non è per nulla positivo. Si è visto che Berlusconi aveva molte giovani che andavano alle serate, del Marazzo i trans; ma sapere che anche nel Movimento 5 stelle ci sono parlamentari con materiale compromettente fa dire che nulla è cambiato.

Delle vicende in questione verrà investito nei prossimi giorni il Comitato per la sicurezza all'interno dell'Ufficio di Presidenza della Camera e si spera che presto si possa saperne di più.

mercoledì 8 maggio 2013

Riforme istituzionali fattibili?

E' partito il countdown del governo che in 18 mesi porta ad una valutazione del risultato dello stesso che potrebbe arrivare alla caduta. Alla fine di questo periodo Enrico Letta valuterà se le riforme si possono fare o meno.

L'inizio non è confortante visto che ancora si litiga sulla oramai leggendaria Convenzione per le riforme e la presidenza e questo fa essere un po' scettico alla luce poi dei tentativi fatti in passato. Nel discorso si riprendono questi tentativi che sono falliti in passato emblematico quello della Bicamerale.

La base per le riforme istituzionali sono quelle evidenziate dalla commissione dei saggi messa in campo per un breve periodo da Napolitano. Sono riforme di buon senso che partono dalla situazione attuali.

Bicameralismo perfetto. Si mette in luce come il sistema bicamerale attuale ha fallito nel dare governabilità e se ne vuole un superamento. Un superamento con due camere di cui una delle autonomie, Senato delle Autonomie.

Spesso poi i parlamentari che vanno in parlamento come se fosse un referendum sul partito con liste bloccate dei parlamentari nei vari collegi. Su questo letta vorrebbe chiudere e ridare parola ai cittadini magari con una legge riformata che dia stabilità ad un governo. Andrebbe bene anche la precedente denominata Mattarellum nel discorso disse.

Un governo forte. Ci si accorge che attualmente serve si una assemblea di discussione e che faccia le leggi, ma serve un governo forte riconoscibile dai cittadini e che abbia la legittimazione popolare. E questa una riforma verso un sistema presidenziale. Sarebbe questa sicuramente una riforma forte ed auspicabile.

Le autonomie vanno riformate. Le autonomie locali vanno riformate con un revisione dei livelli di governo. In tal senso le provincie vanno abolite. Va fatta un'integrazione tra Stato e autonomie evitando doppioni valorizzando le regioni e i comuni. Bisogna che due termini siano ben chiari semplificazione e sussidiarietà, perchè questi governeranno l'azione. Non tagli indiscriminati però bensì un ragionamento serio di collaborazione tra stato e autonomie ordinarie e speciali. Va chiusa in tal senso la partita del federalismo che deve rivedere i rapporti centro periferia dando centralità ai territori e alle regioni.

E' un compito arduo quello del governo letta anche su questo punto che sembra non aver iniziato con le migliori condizioni il suo percorso. E' anche vero che Letta sembra volerci scommettere molto mettendo sul piatto le sue dimissioni dopo 18 mesi se vede che ciò in possibile. E pur vero che sembra ambizioso su questo punto se rincara pure la dose con la possibilità di esplorare il suggerimento del Comitato di Saggi istituito dal Presidente della Repubblica per la eventuale riorganizzazione delle Regioni e dei rapporti tra loro. Certo è che in primis la Lega Nord sulla Convenzione e tali temi, sebbene non abbia dato la fiducia al governo, presti molta attenzione.

martedì 7 maggio 2013

Riforma della politica e credibilità citato nel discorso di Enrico Letta e di cui nessuno parla più

Il voto del 24-25 febbraio 2013 si è tenuto un voto importante che tra astensione e voto a Grillo ha sancito la mancanza di credibilità di una politica che troppo spesso è stato miope. Troppo spesso si è guardato a guadagnare in termini politici e non ciò che serve al paese.

Perfino il Movimento 5 stelle che parlava di un limite ai stipendi dei parlamentari di 2500 euro sancisce attraverso votazione che tale cifra non è congrua al compito, sebbene erano partiti con altro piglio.

Con un primo atto il governo vuole togliere la doppia indennità dei ministri-parlamentari per tornare al banale, ma non tanto, principio del buon padre di famiglia.

La rete attraverso, non la democrazia diretta, ma la disponibilità distribuita dell'informazione su cui si perde il monopolio. In tal senso la rete va governata spiegando la realtà e non avendo paura del confronto.

Il finanziamento pubblico ai partiti. Si prende atto nel discorso del tradimento più forte che la politica ha compiuto verso i cittadini: il finanziamento pubblico dei partiti. I finanziamento pubblico ai partiti doveva esser stato tolto nel 1993 ma così non è stato e spesso è stato usato per scopi privati. Le risorse drenate da questo sistema sono state consistenti spesso più ancora della spesa compiuta. Servono controlli più stringenti sui partiti e i gruppi parlamentari andando oltre la timida legge dell'anno scorso.

Il finanziamento privato. Il finanziamento privato deve essere il must a dove si vuole arrivare, in modo che il partito possa privatamente finanziarsi. Spesso si legge da altre parti che ciò limiterebbe la democrazia bloccando la partecipazione dei cittadini non facoltosi. Questo però è valido se il partito nasce con caratteristiche autoreferenziali e non vede un elettorato attivo. Infatti se c'è trasparenza sulla provenienza dei soldi e si da attuazione nell’art. 49 Costituzione sulla democcrazia interna dei movimenti politici anche la gente è incentivata a partecipare. Un'idea buona trova sempre il finanziamento.

Ovvio il parlamentare deve cambiare pelle e sebbene rappresenti la nazione non deve poter cambiare casacca come spesso i nostri parlamentari ci hanno abituati. E' brutto dirlo, ma il partito esprime le idee di una parte e come tale andrebbe trattato. I risultati che si ottengono per la parte che si rappresenta proviene dalla mediazione con le altre forze parlamentari.

Una democrazia non matura. Leggendo il discorso di Enrico Letta alla Camera si sente che la democrazia italiana sembra non essere ancora matura. Una democrazia che ha visto più lo scontro tra persone che non sui temi abbandonando la trattazione degli stessi per i quali non si sono fatte politiche. E questo il clima che ha portato alla condizione politica attuale. Col dialogo e con periodici incontri con la maggioranza da parte del governo Enrico Letta vuole sbrogliare una situazione complicata.

Speriamo che sia la volta buona e che ancora oggi la riforma della politica sia rinviata ad un futuro sempre più incerto.

lunedì 6 maggio 2013

I temi economici sociali: programma governo Letta. Libro dei sogni o realtà?

Gli interventi economico sociali del governo Letta sono corposi e a volte fanno dire a molti siamo davanti ad un libro dei sogni od a qualcosa di concretamente realizzabile.

La prima chiave di lettura, non potendo toccare ogni singolo intervento spesso solo abbozzato, è l'uscita dal paradigma che vede l'Italia il paese del debito e non delle potenzialità. Delle potenzialità che spesso si vedono crollare sotto il peso del debito e di una amministrazione spesso soffocante. Un debito che non si può far gravare sulle future generazioni come chi ha preceduto l'attuale generazione ha fatto.

Opportunità che in primo luogo vengono dal lavoro come luogo di realizzazione della persona e segno di una società che include e non tende ad escludere. Un ritorno quindi a quell'art.1 della Costituzione che vede la nostra repubblica fondata sul lavoro. Un lavoro che spesso si fatica a trovare e spesso porta ai margini le persone. Molti temi , anche gli esodati, vanno affrontati ma si deve far ripartire l'economia in modo da dare un futuro ai cittadini. Un futuro che tenda alla stabilità e ad un welfare inclusivo che non porti a dover scegliere tra famiglia e lavoro. Un welfare che non sia assistenzialistico ma attivo per l'inclusione delle persone nella società.

L'istruzione deve tornare ad essere la scala sociale sulla quale qualsiasi giovane meritevole deve poter fare fede per affrancarsi anche situazioni famigliari disagiate. E' un punto questo su cui investire molto riconoscendo anche il ruolo del corpo docente che spesso si trova nell'incertezza e nella precarietà.

Ma tutto ciò non basta se non riusciamo oltre che ha formare persone che possono competere nel mondo ad avere delle imprese che posso competere nello stesso. Serve internazionalizzazione e serve investire sia in tecnologia che in settori maturi nella logica della sostenibilità economica e ambientale. Bisogna aiutare le aziende a guardare all'estero e all'eccellenza sopratutto nelle piccole e medie imprese che solo la spina dorsale del paese. Serve inoltre dare un costo energetico alle stesse comparabile al livello europeo. Non bisogna perdere il treno dell'Expo 2015 a Milano che è un ottima vetrina nel mondo.

Serve coesione sociale e di un paese che vada all'unisono e non diviso tra Nord e Sud e per far ciò si deve investire sui giovani e sulle risorse migliori del nostro paese, tra le quali: le bellezze del nostro paese, le testimonianze culturali, il mangiare e bere bene. Si deve investire nel turismo un settore che rilancerebbe il Sud. Un Sud spesso dimenticato che sconta miopie, errori, inadeguatezza di classe dirigenti nazionali e locali.

Fare impresa è difficile nel nostro paese per la burocrazia asfissiante sia per il livello fiscale che ha raggiunto livelli mai visti. Si deve procedere ad una revisione di tale sistema fiscale, ma senza andare a debito. Anche perchè le emergenze sono tante e le cose da fare pure e servono risorse: basti pensare al rifinanziamento della CIG in deroga. E' però in questo momento da evitare l'aumento dell'IVA per evitare ripercussioni sui consumi che peggiorerebbero il clima economico.

Tanti temi sarebbero da affrontare ma ne tocco ancora due il primo per la polemica che ne è nata che può mettere in pericolo il governo, mentre il secondo è un tema sentito dopo ciò che è successo con la sparatoria fuori palazzo Chigi.

La questione IMU è un tema che tiene banco dopo che il PDL ha messo come condizione di sostegno a Letta l'abrograzione della stessa sulla prima casa. Sul punto c'è stato anche un battibecco trilaterale tra Berlusconi, Alfano, Franceschini. Tutte queste persone esponevano visioni diverse sul punto, ma sebbene è innegabile che qualcosa andrà fatto per rimodulare la tassazione non c'è parola di abrogazione della stessa come correttamente detto da Franceschini. Questo anche perchè se si abrogasse la stessa andrebbero trovati 4 miliardi se la si restituisse ne servirebbero 8.

Non è tempo di guardare al proprio orticello anche perchè il programma delineato nel discorso da letta è sicuramente impegnativo e qualcuno parla di libro dei sogni. Tutto non si riuscirà a fare e penso che Letta ne sia conscio, ma qualcosa di quello che propone va portato a termine. Non è più tempo del "gioco delle figurine" servono operazioni concrete anche perchè la politica non può lasciare dei cittadini. Dimenticarsi degli stessi non è solo immorale ma crea disperazione nelle persone che fanno atti che possono arrivare anche a quelli di Preti davanti a Palazzo Chigi. Non si può lasciare sole le forze dell'ordine a difendere l'ordine pubblico e ogni cittadino perchè anche dopo ciò che è successo ai due carabinieri fuori palazzo Chigi non se lo meritano. Non può essere che il cittadino e il servitori debba pagare errori della politica.

giovedì 2 maggio 2013

Lucia Coppola sulla ministra Cecile Kyenge

La ministra all'integrazione e alla cooperazione Cecile Kyenge ha creato attenzione a volte positiva altre volte negativa. Ecco il pensiero e gli auspici della consigliera comunale verde a Trento Lucia Coppola.

Nella palese difficoltà e incongruenza di un esecutivo di larghe intese, il governo Letta, che certo io non mi auguravo per il nostro paese, spicca un evento davvero unico nella storia della nostra Repubblica: un ministro donna, originaria del Congo, che si occuperà di integrazione e di cooperazione internazionale. E' un medico, chirurgo e specializzato in oculistica, che vive da molti anni in Italia, ha sposato un italiano, è madre di due figlie, ed oltre ad esercitare la sua professione si occupa da sempre di diritti di cittadinanza, uguaglianza e tutela degli immigrati. Un esempio, tra i tanti che purtroppo non fanno testo, del contributo dato dalla stragrande maggioranza di immigrati nel nostro paese. Ricordo che l'Italia è considerato a livello internazionale un paese a bassissimo livello di integrazione, di democrazia, di reali opportunità, di convivenza civile per chi, straniero, ci arriva. Un paese segnato purtroppo da una cultura xenofoba e razzista, portata avanti negli ultimi decenni e in modo pervicace da partiti che ne hanno fatto il loro cavallo di battaglia. La signora Kyenge, saggia e intelligente, con un percorso di vita fatto di sacrifici, dignità e determinazione, sarà di certo un valore aggiunto al cambiamento di cui L'Italia ha bisogno, che è anche culturale e sociale. Che ha bisogno di volare alto e di creare coesione, patti tra “vecchi” e “nuovi” cittadini, tra generazioni, tra lavoratori, tra uomini e donne, per ricostruire un tessuto sociale sano. Sono certa del fatto che lei saprà parlare al cuore e alla testa di tutti e lavorerà per il bene comune, non solo per quello di una parte, la “sua” parte. Che ha peraltro bisogno che si rimetta mano alla legge Bossi-Fini, che si intervenga sui CIE, Centri di Identificazione ed Espulsione, veri e propri lager, prigioni dove vengono rinchiuse persone che pure non hanno commesso alcun reato se non quello di muoversi nel territorio del mondo: come sancito dalla Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo. In un vuoto normativo e umano insopportabile per un paese che si dichiara civile, che non prevede in realtà diritti né tutele per chi è più debole, che ha inventato il reato di clandestinità. Con l'unico risultato di crearne di nuova, di accrescere l' emarginazione e con essa le frange malavitose che tanto comodo fanno al crimine organizzato; sono i senza diritti, le ombre che popolano il mondo del lavoro nero e sottopagato, dall'edilizia all'agricoltura. Sono i nuovi schiavi. E che dire dei bambini figli di immigrati che nascono e vivono nel nostro paese? Questi bambini coraggiosi e sapienti, portatori di due culture, di due storie, di due e più lingue, sono ancora considerati “stranieri” sulla base dello jus sanguinis, la legge che si affida in modo barbaro e anacronistico alla discendenza, e non allo jus soli, ormai patrimonio della gran parte dei paesi europei. In base a questa norma di civiltà, infatti, a determinare la cittadinanza è il fatto di nascere, crescere, abitare, andare a scuola in un determinato territorio, il suolo (soli) che tutti ci accomuna. C'è un mare tra queste due concezioni, un mare grande come il Mediterraneo che ha inghiottito tanti giovani disperati in fuga dalla miseria, dalle dittature, alla ricerca di un lavoro e di una vita dignitosa. E quel mare va colmato con buone leggi, con buone pratiche di governo, con saggezza e cultura, con intelligenza e umanità. Credo che questo ministro della Repubblica, che mi fa sentire orgogliosa di essere italiana, se sostenuta e appoggiata dai partiti e dalla società civile, potrà fare davvero un buon lavoro. E' questo il mio augurio più sincero.

mercoledì 1 maggio 2013

L'Europa al centro per una ricerca di una Nuova Europa

E' un tema importante quello dell'Europa che apre e chiude il discorso del neo-premier. Su tale tema non ci sarà discontinuità con i precedenti governi mantenendo sotto controllo i conti che sono prima base per la crescita. Questo perchè il debito pubblico elevato fa alzare i tassi e le risorse drenate per interessi che non possono esser utilizzate per la crescita. Certo è che il rigore senza crescita non basta e per questo sempre nel solco rigore si deve portare nelle sede europee e internazionali l'idea di ravvivare la crescita ovviamente con l'autorevolezza di una paese che va verso il risanamento.

E in tal senso che si è voluto appena presa la fiducia iniziare un viaggio unico attraverso Bruxelles, Berlino e Parigi per dare subito il segno che il nostro è un governo europeo ed europeista.

L'Europa sta perdendo la sua legittimità e efficacia verso i cittadini e ciò può esser riacquistata solo con più europa perchè un fallimento non ci saranno vinti e vincitori. E' questo un punto forte perchè il premier si rende conto che l'Europa deve fare un passo ulteriore e che lo si deve fare convintamente altrimenti una Europa a metà non serve a nessuno se non al declino della stessa. Da un idea anche di Europa che vede basarsi sulle premesse macroeconomiche sono quelle dell’Euro e della Banca Centrale Europea guidata da Mario Draghi. Un modello quindi a tutto tondo e non bloccato nelle posizioni ma che guardi a cittadini e imprese che sono il motore del nostro paese. Ma non solo Draghi perché si guarda anche al contributo innovativo italiano daal governo Monti ai colleghi Baretta, Brunetta e Occhiuto. Da quelle premesse politiche in vista del Consiglio Europeo del Giugno scorso.

L'Europa ha vinto il premio Nobel sulle conquiste avute che hanno portato alla pacificazione di un continente e di una collaborazione che si è riusciti a sviluppare. L'Europa esiste solo al presente e al futuro e deve dare risposte ai suoi cittadini superando stereotipi. Un Europa che non è una limitazione della sovranità ma che essendo parte di noi senza la stessa siamo svalutati. Una storia quella europea che non si fa malgrado noi, ma che dobbiamo contribuire a scrivere. Si deve rompere i muri Nord e Sud sia in Europa che dentro il paese. I problemi devono essere risolti assieme perchè dobbiamo essere competitivi in Europa e rende l'Europa competitiva nel mondo.

Dobbiamo fare si che i nostri sogni si avverino e non guardare ai sogni altrui e rendere effettivi gli Stati Uniti d'Europa. Un cambio di pardigma questo perchè è una scommessa forte nell'Europa che deve cambiare le sue istituzioni per dare democrazia all'Europa. Un Europa che si deve proporsi forti all'esterno con una politica estera unica per poter influire sui processi globali e non venir schiacciati da dei player Cina, India e Brasile. Solo così si potranno governare i processi gobali influendo sugli stessi e non subirli. Si mette in luce come l'Italia abbia visto le sue forze armate in prima linea a livello globale e nella difesa comune dell'Europa e di come si debba trovare un soluzione equa che porti i Fucilieri di Marina in India a casa il primo possibile.

L'Italia è sempre vocata all'esportazione e al dialogo con diverse civiltà sopratutto e ciò può esser speso sopratutto nel Mediterraneo dove esistono delle questioni urgenti.

Un discorso quello di Enrico Letta su questo punto importante che è sicuramente si di continuità ma anche di rottura per far progredire un Europa nel solco più nobile dell'Europa che è stato un po' abbandonato.

Fiducia al governo Letta e stile

Il governo di Enrico Letta ha preso una larga fiducia sia alla Camera dei Deputati con 453 voti favorevoli e 153 contrari che in con 233 voti a favore e 59 contrari. E questa un grande responsabilità per il neonato governo che lo stesso premier sente sulle sue spalle spalle.

Un premier che nel suo discorso molto articolato, e che qualcuno descrive come come il libro dei sogni visto il materiale che comprende. Un discorso però umile che guarda al discorso di Napolitano e delle altre massime cariche dello stato con gratitudine. Una gratitudine però non solo per loro però bensì anche per Pierluigi Bersani per la lealtà dimostrata con un senso antico della stessa.

A messo in luce di come si debba avere coraggio utilizzando la figura di Davide che va a Golia per dire che i problemi vanno affrontati "senza armatura". Un'armatura che i può far risalire ai calcoli elettorali dei vari partiti che guardano in difesa, ma cercare di seguire con coraggio la strada che si vuole percorrere con il programma descritto.

Nemmeno Enrico Letta avrebbe voluto arrivare ad essere il premier di tale coalizione si aspettava altro magari un posto di lato e con un colore della coalizione diversa del governo, ma serve un bagno di realtà. Il risultato delle urne ha messo in luce una crisi della credibilità politica che deve affrontare i problemi della gente, ma che deve saper dare segnali importanti dei partiti di aver capito gli errori. Serve una riforma della politica e delle istituzioni che risponda alle istanze dei cittadini che premiando il Movimento 5 stelle ha dato un forte segnale.

Si è messo in luce che entro 18 mesi verrà fatto un verifica dell'azione del governo e non si tollerano giochini dei partiti politici con i quali si terranno frequenti contatti. Ho si vorrà fare realmente le riforme che si prevedono oppure il premier ne trarrà le conclusioni.

Una mano ferma quella di Enrico Letta che può far bene, ma che certo non avrà un compito facile. Solo poche ore Tra Dario Franceschini, Angelino Alfano, Silvio Berlusconi sono nate scaramucce circa l'abolizione dell'IMU che Franceschini vede solo rimandato mentre i due leader del PDL dicono che sarà abolita. Un punto questo che può sembrare di piccola entità, ma che visto che il PDL ritiene che sia irrinunciabile. Per ora attraverso il vicepremier Angelino Alfano è stata tenuto sotto controllo la polemica Silvio Berlusconi-Dario Franceschini, ma che sicuramente dovrà esser chiarita a Enrico Letta perchè non diventi deflagrante.