lunedì 20 maggio 2013

La mancata partecipazione del PD alla piazza FIOM

Maurizio Landini ha constato che i massimi vertici del PD e nemmeno una delegazione dello stesso era presente alla piazza PD. Non è difficile capire il perchè di una non presenza del PD alla piazza anche se per molti sembra inconcepibile.

Evitare l'abbraccio mortale Fiom, PD. Si parlava appena fatte le larghe intese all'abbraccio mortale PD, PDL e di come ciò avrebbe pesato negativamente. Da Facebook addirittura Mauro Ottobre parla che l'accordo reggerà fino a quando il PD non raggiungere e sorpasserà il PDL. E' una prospettiva difficile da vedere viste anche come è andata sull'elezione del capo dello stato.

Oggi abbiamo un reggente la funzione di segretario che proviene dall'area Cgil di cui allo stato attuale non si conoscono le ambizioni. Il reggente è Guglielmo Epifani e non ha davanti a se un facile compito perchè oltre a parlare di come strutturare il partito in cui qualche aderente getta la sua idea deve ricucire con gli elettori. Degli elettori delusi sicuramente dall'accordo PD-PDL che in campagna era stato sempre escluso.

Il problema di ricucire con l'elettorato non è così un compito da prima elementare ma un impresa non improba ma difficile che richiede prima però un passaggio: chiarire qual'è l'elettorato del PD. Con l'operazione di non andare alla piazza Fiom si è a mio avviso dare un segnale la Fiom: non siete solo voi i nostri elettori. L'operazione in questione è stata compiuta in modo abile dicendo che non si è sordi alla piazza anche se non si partecipa alla stesse, infatti si sa ascoltare. E' stata abile questa mossa perchè la partecipazione alla stessa avrebbe portato a ulteriori dibattiti e spaccature. Oltre a ciò una partecipazione avrebbe portato a dire gli avversari che la Cgil aveva la carta vincente sul PD, visto che pure il reggente viene da quest'area.

Il problema identitario. Il problema identitario è però allo stato attuale lì che chiederà di esser risolto se qualcuno vorrà risolverlo, ma che non si risolve con la corsa alla segreteria perchè il dibattito deve esser chiaro non deve esser sui nomi ma sul programma.

Il programma un programma a volte molto lungo è stato fatto ma che nei dettagli pochi conoscono e che spesso la terminologia usata nella campagna elettorale ha messo in secondo piano. Con tutto rispetto per Pier Luigi Bersani alla gente non interessa smacchiare il giaguaro ma batterlo sui temi.

Il comportamento di Epifani a molti potrà non esser piaciuto ma è un modo di non precludersi la segreteria in caso volesse candidare perchè il PD è fatto di molte anime a volte troppe. E pure questo sarà un tema importante da affrontare e che lo stesso civati sul suo sito affronta. Si deve capire se il partito vuole aprirsi come già fatto con le primarie o darsi un entità più solida come la logica dei tesseramenti.

Passare dalla logica delle primarie ai tesseramenti. Passare dalla logica delle primarie ai tesseramenti come viene fatto notare da Giuseppe Civati presenta problemi non facili da risolvere e ne può creare altri. Se da una parte ciò darebbe una linea vicina a chi sostiene il partito gli stessi sono forse meno trasparenti delle primarie che pure problemi hanno dimostrato.

Passare però ai tesseramenti darebbe intanto un finanziamento più costante e se opportunamente previsto la possibilità di valorizzare i tesserati in dialogo di idee che non sia solo scontro tra correnti. Il problema è questo dare un idea di cosa il partito vuole essere e chi vuole rappresentare perchè rappresentare tutti è impossibile anche per la persona più scaltra.

Ecco però non si è andati a mio avviso alla piazza FIOM in quanto si vuole si rappresentarla, ma non solo quella perchè il centrosinistra è più ampio; sebbene si debba ancora chiarire le idee.

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