Ultimo giorno di campagna referendaria in vista del referendum costituzionale, sulla riforma Boschi, del 4 dicembre 2016 visto che domani è giornata di silenzio elettorale. Si presenta qui una delle 30 serate informative delle Acli sul referendum, quella tenuta a Canal San Bovo presso la sala della Cassa Rurale di Primiero e Vanoi, all'insegna della Buona Politica come afferma il presidente provinciale delle Acli Trentina Luca Orler. Lo stesso invita a votare per non perdere la possibilità di dare indicazioni a chi alla politica che altrimenti può fare ciò che vuole, ma per fare ciò si deve esser informati ed ecco le serate organizzate da Acli.
La serata di Canal San Bovo ha visto Italo Gilmozzi per il si (Assessore con delega per le materie dei lavori pubblici e bilanci al comune di Trento nonché segretario provinciale PD) al quale si contrapponeva per il no Antonia Romano (consigliera comunale a Trento per L'altra Trento a sinistra) moderati dal giornalista Zurlo Christian. Introducendo l'argomento Zurlo Cristian ha voluto sottolineare, 23 persone in sala, la voglia della gente di informarsi sulla riforma costituzionale, nonostante in TV spesso siano emerse posizione estremizzate che spesso fanno rimanere al margine il tema vera del referendum. Si va a referendum essendo che stato richiesto a norma dell'art.138 della Costituzione in quanto non si è raggiunta la maggioranza dei 2/3. La riforma tocca il titolo V parte II della Costituzione, il CNEL, il quorum per l'elezione del Presidente della repubblica, il superamento del bicameralismo paritario, la materia della partecipazione popolare.
Antonia Romano, oltre a far presente che è consigliera nel comune di Trento per la sinistra e non giurista, affronta una prima questione del confronto tra la Costituzione vigente e la riforma in termini di chiarezza dovendo la stessa esser accessibile a tutti. La consigliera denota che la riforma manomette le parole e fa presente che oltre ad una maggior condivisione tra i costituenti del 1948 nella scrittura si avvalsero del lavoro di linguisti compiuto nel 1947.
Nel merito della riforma la stessa fa presente che c'è un ritorno al centralismo dopo che le regioni con la riforma del 2001 avevano ottenuto autonomia. Sul tema del bicameralismo perfetto si sarebbe potuto risparmiare maggiormente arrivando anche a cancellare il Senato. Sul tema della maggior velocità di produzioni delle leggi afferma che è un falso problema, in quanto l'Italia produce 120 leggi contro una media europea di 88 sebbene poi tutto si blocchi in fase di attuazione. Il tema della rappresentanza dei territori nel Senato non viene, per la consigliera, risolta essendo che ci sarò un voto proporzionale tra consiglieri provinciali, regionali, sindaci che ripropone la divisione partitica.
Italo Gilmozzi esordisce che la democrazia è tale se riesce a dare risposte ai cittadini, i quali valuteranno l'operato del governo; ma perchè ciò sia possibile si deve mettere il governo nelle condizioni di governare e per questo va superato il bicameralismo. Sulla rappresentanza dei territori Italo cita Giorgio Tonini che affermo "il presidente Rossi rappresenta la provincia più di lui".
Si arriva al referendum perchè dopo l'elezione del Presidente della Repubblica Mattarella Forza Italia (PDL) si è smarcato dopo aver votato per 4 volte su 6 la riforma, mentre il M5S non ha mai partecipato alla riforma che comunque porta consistenti risparmi.
Il moderatore Zurlo a questo punto porta in discussione la composizione del Senato da 315 eletti a 100 tra i quali 95 rappresentanti territoriali ,dei quali 20 sindaci, e 5 nominati dal Presidente della Repubblica (i primi rimangono i carica per il periodo della carica, mentre i secondi per 7 anni). Collegato a questo tema è stato inserito il discorso dei rimborsi e la cancellazione delle indennità oltre che dell'immunità che permane. Altro tema la Carta di Udine firmata da Serrachiani, Rossi, Kompatscher, Pigliaru; ultimo tema affrontato in tale blocco i riflessi sull'Autonomia.
Gilmozzi si concentra sulla salvaguardia dell'autonomia che averebbe grazie all'intesa ed è per questo, a suo avviso, che Luca Zaia fa riferimento che alle Regioni a Statuto Speciali conviene votare si contraddicendo chi appartenendo all'opposizione in Trentino dice il contrario. E' difficile senza l'intesa la riforma statutaria e valorizzare l'autonomia col clima romano e che si respira negli altri territori. Infine la riforma costituzionale riprende la Carta di Udine per quanto concerne le autonomie speciali. Di converso Antonia Romano fa notare che è una riforma centralista che toglie competenze alle regioni che avevano ricevuto nel 2001 maggiore autonomia senza esser messe nelle condizioni di esercitare le competenze per mancata partenza del federalismo fiscale. E' per questo motivo che in Val d'Aosta l'Union Valdotein si schiera per il no.
Esiste poi per Antonia un altro problema che deriva dall'Art. 28 dello Statuto d'Autonomia il quale prevede le incompatibilità per consiglieri provinciali e regionali tra cui c'è il sedere in Parlamento, per il quale manca il tempo per una modifica in un Parlamento ostile.
Per quanto riguarda le competenze Antonia fa presente che viene sottratta la competenza ambientale potendo far passare senza consenso dei territori opere impattanti. La consigliera chiede di avere 5 minuti supplementari che vengono concessi dal moderatore chiedendo alla stessa di introdurre se possibile il tema del Presidente della Repubblica. Ciò non avverrà perchè la stessa torna sul tema della stabilità facendo una distinzione tra le due essendo la stabilità non legata al governo ma a indici economici come il PIL.
La consigliera sui senatori (sindaci, consiglieri provinciali di Trento e Bolzano e regionali) afferma che gli stessi avrebbero un ulteriore incarico senza indennità e inciderebbero su temi importanti potendo se 1/3 lo chiede chiede il riesame di una legge, la normativa sugli enti locali, la Costituzione etc.
Antonia poi sposta il discorso sul metodo a cui si è pervenuti alla riforma citando Calamandrei che afferma che il governo non deve entrare nella riforma costituzionale, mentre in questa riforma (Riforma Boschi) il governo la perfino proposta.
Il moderatore Zurlo chiede a Italo Gilmozzi di introdurre i temi del Presidente della Repubblica, l'iniziativa popolare e il referendum. Lo stesso introducendo l'argomento coi numeri (2/3 voti assemblea, dal quarto scrutinio 3/5 assemblea, dal settimo 3/5 votanti) mette le mani avanti dicendo che nessuna maggioranza di governo potrebbe da sola votare il Presidente della Repubblica. Esistono poi i contrappesi che rimangono intatti Presidente della Repubblica, Corte Costituzionale, magistratura.
Italo Gilmozzi affronta poi il tema dell'iniziativa popolare che nella riforma richiede 150000 firme invece di 50000, ma affianca tempi certi di risposta. Sul referendum è stata introdotta la possibilità con 800 mila firme raccolte invece di 500 mila di poter avere un quorum di 50%+1 dei votanti alle politiche.
Ribattendo a Antonia Gilmozzi incassa la differenza tra governabilità e stabilità, ma afferma che la prima condizione per la seconda.
Il moderatore Zurlo porta sul tavolo il fatto che molti dei critici dicono c'è ci potrebbe esser caos istituzionale tra Camera e Senato, ma Gilmozzi declina tale problema essendo le materie su cui Camera e Senato legiferano contenute nell'art. 70 novellato della costituzione.
Antonia torna sul tema del Presidente della Repubblica e dell'elezione degli organi di garanzia che la maggioranza che esce dall'Italicum, che sono nelle promesse Renzi vuole cambiare, potrebbe arrivare a votare tali organi da sola. Non è un problema ora che c'è Renzi, ma se ci fosse un Presidente autoritario si. La consigliera poi sul tema dell'iniziativa popolare fa presente che alzare a 150 mila le firme da raccogliere sono proibitive; ma a ciò Gilmozzi ribatte che ci sarebbe la risposta certa che ora non c'è.
Sul tema della legalità, il vincolo dei mandato, l'immunità i contendenti glissano se non Gilmozzi sul fatto che i parlamentari sono specchio della società ed è responsabilità dei cittadini sceglierli e mandare a casa chi non adeguato. Sul tema del vincolo di mandato non c'è mai stato in quanto già nella Costituzione vigente si è evitato di inserirlo dopo esser usciti dal fascismo come garanzia di libertà.
Antonia è entrata sull'intesa della modifica dello statuto che non sarebbe facile inserirla nello stesso a garanzia di ulteriori modifiche in un Parlamento ostile. Gilmozzi sul punto fa presente che l'intesa è una garanzia, ma che poi come sarà lo statuto dipende da noi da come noi stessi ci approcciamo all'Autonomia.
In chiusura di serata gli appelli prima quello di Antonia per il no che fa valere che per il no ci sia il sostegno di 11 presidenti della Corte Costituzionale su 11 e che invece J.P. Morgan e Confidustria sostengono il si perchè temono la Costituzione vigente e questo è segno della qualità della riforma. Una riforma serve ma su altre basi.
Chiude poi Italo Gilmozzi con un appello al si come voto di speranza e di cambiamento per non rimanere nella palude. Se si guarda i sostenitori del si c'è anche Coldidretti, mentre per il no Casapound, Salvini e una diversità di sostenitori che nessuna riforma potranno riuscire a fare assieme.