La chiusura della Famiglia Cooperativa di Primiero avvenuta il 9 gennaio 2017, dopo l'ordinanza del sindaco del Comune di Primiero San Martino di Castrozza Daniele Depaoli deve far riflettere. Essa è la conclusione di un iter che ha portato all'annullamento delle concessioni edilizie e delle licenze commerciali in capo alla Famiglia Cooperativa di Primiero dopo la sentenza del Consiglio di Stato su ricorso della ditta Brocchetto.
Dalla chiusura della Famiglia Cooperativa di Primiero è tutto un interrogarsi su dove è il punto di caduta di tale situazione e dove si può trovare una via d'uscita che appare complicata.
La segretaria della locale sezione della Lega Nord Trentino, Martina Loss, vuole offrire attraverso un comunicato luce ad un punto passato in secondo piano: le responsabilità. Si fa riferimento ad un politico locale, senza a dire il vero mai farne il nome, che all'epoca del rilascio delle concessione era sindaco e ora invece ha ricevuto un incarico politico di maggior rilievo; il quale nel rilasciare la concessione edilizia si è scostato dalle regole senza aver mai avuto intenzione ne ha mostrato la capacità di correggere i suoi errori .
L'amministratore che ha causato danni e non il cittadino che ricorre vittima di un danno è colpevole della situazione creata da atti amministrativi al limite della legalità. Tale situazione ha portato a danni sia diretti che di immagine che dureranno nel tempo.
Sempre la segretaria Martina Loss non assolve comunque neanche l'amministrazione comunale attuale che non si indigna o cerca di ridurre i danni, ma aspetta che la situazione venga risolta chissà da chi. Essendo questa la punta dell'iceberg serve una riflessione sia da parte degli amministratori sia dei cittadini. I primi sia quelli attuali che quelli di ieri devono prendere coscienza delle loro responsabilità, mentre i cittadini oltre a valutare come far cambiare rotta a chi amministra devono agire in difesa della valle. Il punto di partenza deve rimanere l'individuazione delle responsabilità di chi ha governato e di chi presente non ha detto o fatto nulla per evitare il peggio.