venerdì 30 gennaio 2015

Abbandoni rifiuti e altri temi: quattro chiacchiere col direttore di Azienda Ambiente

Abbandoni rifiuti Barbine

La foto che qui è riportata mi è stata inviata a inizio gennaio 2015 e dimostra come a volte l'inciviltà esiste anche nei nostri paesi. Viene documentato un deposito di rifiuti presso le casette di raccolta rifiuti di Barbine probabilmente depositati nel periodo natalizio. Affrontiamo questo tema come altri col direttore di Azienda Ambiente Sergio Bancher.

L'abbandono di rifiuti. Il fenomeno dell'abbandono di rifiuti esiste anche da noi sia in Primiero che Vanoi. Non è l'unica area di quel tipo a subire tale trattamento e non avviene solo in aree isolate basti pensare che anche in campane messe nei paesi ciò avviene, un esempio vicino Casa di Riposo di Canal San Bovo. A volte nella zona foto l'abbandono è stato molto consistente richiedendo un intervento apposito. La tipologia di rifiuto fa pensare che non possono esser i turisti ma non solo. Si è tentato di mettere della segnaletica che avvisasse che c'è la videosorveglianza e si sono usate delle fototrappole. Nel 9/10 anche se presi in fragrante però i trasgressori la fanno franca visto la normativa presente. Si potrebbe pensare una collaborazione dei vigili urbani in borghese contestando la multa e in tal caso la stessa avrebbe scarse possibilità di ricorso. Le casette come quelle in foto erano pensate per i turisti che visitano il paese in modo da poter raccogliere i rifiuti di chi occasionalmente viene nelle nostre zone. Si potrebbe pensare a togliere e si toglierebbe il problema ma certo questa è la soluzione per i turisti occasionali. E' inoltre dimostrato da studi che esiste una quota del 5% trasversale per le categorie di persone di irriducibili. du C'è poi il fenomeno degli inceneritori nelle case, di chi brucia i rifiuti nelle stufe, e pure questo andrebbe arginato. Servirebbe più senso civico anche se nel Primiero-Vanoi si raggiunge una differenziata superiore 80% e lo scarto intorno al 14-15%.

La perdita di rifiuto in fase caricamento. E' effettivamente un problema difficile da risolvere e servirebbero 2 uomini sul camion e scope e spesso essendo i punti raccolta bordo strada si deve lasciare libera la stessa e diventa difficile poter pensare ad una pulizia migliore. Con campane nuove visti gli obblighi del 2017 di tipo semi-interrato e quindi sostituendo le gru per un apertura diversa stesse si potrebbe migliorare.

Miglioramento servizio e diminuzione costi. Allo stato l'attuale sistema è il massimo possibile anche per le quantità che si producono in alcune zone. Dal 2017 ci sarà l'obbligo di dividere il multimateriale con una campana dedicata la vetro e una al resto. E' poi da sottolineare che attualmente si potrebbero buttare nella campana solo rifiuto da imballaggio ma spesso c'è altro. Non si ha una differenziata basata sul reale mercato del materiale come in Germania, anche se nella stessa si è fermata al 50%. Da noi si risponde spesso ad obblighi normativi. L'obbligo di dividere il vetro dal multimateriale che partirà nel 20177 non porterà ad aumento del valore del materiale conferito e un abbassamento delle tariffe relative. Un'azione che avrebbe valore sarebbe la divisione del vetro a livello di colore improponibile per la quantità sopratutto nelle zone periferiche per la quantità. Si dovrebbe inoltre perchè un tale azione porti un risparmio si dovrebbe modificare il tipo di tariffa.

Gestione acquedotti tramite azienda ambiente. Attualmente si ha la gestione della potabilizzazione in Primiero degli acquedotti e nulla più. Si è conoscenza della proposta Cemin Mariuccia, sindaca di Canal San Bovo, di gestire attraverso Azienda Ambiente dell'acquedotto comunale di Canal San Bovo. C'è stata una proposta nel 2008 nel Primiero di arrivare ad un acquedotto unico gestito da un azienda dedicata. In questo periodo con aiuto di consulenti si sta facendo nei vari comuni il libretto acquedotto. Tale libretto va depositato in provincia e inserito in un archivio GIS. A quel punto una provincia attraverso una azienda provinciale potrebbe avere dati per poter gestire il servizio. Per assurdo si potrebbe trovarsi in futuro dopo aver fatto i libretti di acquedotto a contrattare in una posizione di debolezza la gestione servizio non essendo proprietari dei dati che vengono gestiti da altri. Allo stato però la gestione degli acquedotti a livello di un azienda municipalizzata a tale servizio dedicata non è matura.

mercoledì 28 gennaio 2015

Ospedale Ala e utilizzo di un piano per ospitare i profughi in un piano dello stesso

L'Ospedale di Ala è uno degli ospedali della provincia di Trento e che quindi è all'interno della riorganizzazione sanitaria. Scopriamo l'attuale situazione dell'ospedale grazie al vicensindaco di Ala Paolo Mondini che aveva proposto provocatoriamente di utilizzare un piano libero per ospitare i profughi.

L'attuale situazione dell'ospedale. Il presidio sanitario di Ala, che dipende dall’Ospedale civico di Rovereto, ospita ed eroga oggi i seguenti servizi:

  • Servizio Prelievi, Servizi amministrativi di cassa e segreteria.
  • Ambulatori specialistici di : Cardiologia, Ginecologia, Neurologia, Oculistica, Odontoiatria, Urologia, Dermatologia, Fisiatria (prevalentemente 2 appuntamenti settimanali)
  • Una Unità Operativa di Medicina Fisica e Riabilitazione in regime di Day Hospital.
  • Un Centro Terapeutico Residenziale ( 24 ore su 24) per la Riabilitazione psichiatrica.

Le modifiche previste dal protocollo del 2013. Il protocollo sottoscritto in data il 9 settembre 2013 dalla Provincia Autonoma di Trento, dalla Azienda Sanitaria, dai Comuni di Ala e di Avio e dalla Comunità della Vallagarina, ed approvato con deliberazione dei Consigli Comunali di Ala e di Avio e della Giunta Provinciale, rileva la situazione attuale, valuta i dati di attività e definisce una proposta di riorganizzazione, in relazione al quadro complessivo della sanità trentina, che prevede in sintesi:

  • la modifica dell’assetto organizzativo della medicina generale verso un modello di medicina di gruppo (presenza dei medici di base nella struttura);
  • la riorganizzazione del Servizio di Fisioterapia per interni ed esterni;
  • l’attivazione di 20 posti letto a sostegno della domiciliarità e della fragilità (posti di sollievo in particolare per fascia anziana);
  • l’attivazione di 20 posti letto di RSA;
  • l’attivazione di 5 posti di “sollievo” presso la RSA di Avio;
  • la riorganizzazione dell’attività specialistica ambulatoriale in stretta connessione con l’Ospedale di Rovereto;
  • la revisione dell’utilizzo dell’ambulatorio di primo intervento (di fatto la chiusura dello stesso);
  • l’attivazione di un P.U.A. (punto unico di accesso);
  • l’unificazione dei Centri Diurni di Ala e Avio e Centro Servizi di Ala e la loro collocazione all'interno della struttura;
  • l’organizzazione della presenza nella struttura dei servizi socio-assistenziali della Comunità;

I profughi all'ospedale di Ala proposta provocatoria. Nessuna proposta formale è stata avanzata dal Comune all'Assessorato alla Sanità. La mia è stata una proposta personale e dichiaratamente provocatoria, tesa anche a denunciare il ritardo e il silenzio della PAT in merito alla attuazione del protocollo. Ritenevo e dichiaravo che se i rapporti fossero stati chiari, anche a fronte di comprensibili difficoltà o ritardi nell'avvio della riorganizzazione prevista dal protocollo, in ragione del complessivo riordino del sistema sanitario provinciale oggi in corso, la struttura dell’Ospedale, disponendo di almeno un piano libero e in quanto di proprietà della PAT, avrebbe potuto esser utilizzata, almeno temporaneamente, per accoglier un certo numero di profughi, meglio tra l’altro che nella struttura di Ronchi.

Il Comune di Ala è stato interessato del problema in relazione al possibile utilizzo di una struttura di proprietà della PAT, denominata “Handicamp” , situata nella frazione montana di Ronchi. Il Comune ha chiesto che in merito fosse interpellata l’Associazione che da sempre gestisce quella struttura e si tenesse conto dell’impatto sulla popolazione (costituita, in periodo invernale, da ca. 60 persone, per lo più anziane) e della collocazione isolata della frazione stessa. La proposta per ospitare ca. 20 profughi per un periodo limitato di tempo (fino a fine marzo 2015) ha sollevato contrarietà tra la popolazione e a quel punto non è stata più presa in considerazione dalla PAT. Il Comune di Ala non dispone per altro e nell'immediato di altre soluzioni.

I costi dell'accoglienza e per quanto si è disposti di accogliere a Ala. L’accoglienza ai profughi è gestita e garantita con proprie risorse dallo Stato che delega alle Regioni o, nel nostro caso, alla Provincia gli aspetti organizzativi-gestionali. La proposta avanzata per la nostra realtà faceva riferimento all'emergenza freddo e quindi ad un periodo limitati di alcuni mesi.

domenica 25 gennaio 2015

Emergenza abitativa e politica della casa: le proposte di Federproprietà.

Gli italiani hanno sempre aspirato alla casa, ma non sempre è stato possibile sopratutto per le classi sociali più disagiate averne una. Nel vari decenni appaiato all'emergenza abitativa sopratutto nei grandi centro c'è stata una pratica del rinvio da parte dei vari governi del problemi con la proroga sfratti che quest'anno si è interrotta. A tale situazione si è sommato un fenomeno nuovo che è preoccupante che vede l'occupazioni abusive sottrarre delle casa i proprietari legittimi sfruttando le ferie o anche piccoli periodi di assenza.

Si affronterà il tema casa attraverso la visione di Federproprietà, una delle associazioni dei proprietari, grazie alla disponibilità del suo presidente l'on. Massimo Anderson; dopo la lettera a Renzi inviata a "Il giornale" del 19 dicembre 2014.

Le occupazioni abusive. Al problema delle occupazioni abusive di abitazioni pubbliche e private sembra purtroppo che la Magistratura sia incline a non dedicare la dovuta attenzione quale fenomeno ormai dilagante e spesso associato a ben organizzate attività di racket; a tale atteggiamento fa riscontro una diffusa inerzia degli enti gestori del patrimonio pubblico (in primis Comuni ed IACP comunque denominati) che, per vari motivi non ultimo una sorta di acquiescenza dovuta a preoccupazioni di politica locale e localistica, sembrano preferire la via più semplice: ignorare il fenomeno specie se su larga scala. Trovare un rimedio non è semplice, ma si potrebbe pensare anzitutto ad un rafforzamento dell’esplicazione della vigilanza da parte degli organismi sovraordinati agli enti predetti, ma anche ad un diretto intervento delle autorità giudiziarie antimafia.

Emergenza abitativa e agevolazioni fiscali all'edilizia popolare. Le proposte di Federproprietà in favore di una ripresa della programmazione degli interventi di edilizia sociale, sorretta da opportune risorse pubbliche ed agevolazioni fiscali, partono sempre dal principio che detti interventi non siano come spesso per il passato a pioggia, ma siano mirati attraverso un’attenta analisi dei fabbisogni, tant'è che – si può dire – non passa giorno che Federproprietà non richiami il Ministero delle infrastrutture a ripristinare il funzionamento dell’Osservatorio nazionale della condizione abitativa istituito dal legislatore del 1998 e attivo soltanto per un brevissimo periodo.

Fisco locale non oppressivo e risorse ai comuni e l'IMIS Trentina 3. In tema di imposizione locale, Federproprietà è favorevole all'accorpamento in un’unica imposta comunale, come, per la verità, alcune forze politiche ed ora anche il Governo sembrano orientate a perseguire anzitutto in funzione della semplificazione a favore dei cittadini (come l'IMIS trentina) ma anche per garantire l’invarianza del gettito fiscale quale sancita dalle norme in vigore. Dovrebbero fare eccezione soltanto le quote a carico degli utenti per l’erogazione di alcuni servizi (acqua, rifiuti, ecc.) affidati ad un gestore sulla base di un preciso piano industriale (business master plan), sotto l’efficace ed effettivo controllo degli enti locali.

Recupero aree degradate e riutilizzo dei fabbricati. Più volte Federproprietà è intervenuta, anche in sede di audizioni parlamentari, a riaffermare l’utilità – ai fini di assicurare un’effettiva qualità della vita nelle città – di interventi di recupero pesante (comprese demolizioni e ricostruzioni come avviene ormai per le periferie di tutta Europa) ben progettati; tuttavia essi debbono risultare compatibili con gli assetti urbani attuali, quali definiti anche dagli standard urbanistico-edilizi, dal momento che è giusto evitare di consumare altro suolo, ma è sicuramente più giusto non cementificare porzioni di città ancora libere dall'edificazione. E che non si tratti di una semplice ipotesi di scuola è dimostrato dalla circostanza che, in sede di tavolo di concertazione di cui alla legge n. 9/2007, una proposta in tal senso, avanzata con audace sofisma da qualcuno fin troppo sollecito di probabili risparmi sul costo delle aree per l’e.r.p., fu bocciata per il tempestivo intervento dei rappresentanti di Federproprietà, invece più consapevoli dei veri valori delle città.

Interesse del proprietario a veder pagare affitto e affittuari in difficoltà. Il diritto dei proprietari di abitazioni private ad ottenere il pagamento dei canoni di locazione è evidentemente di primario interesse per le associazioni della categoria (senza dimenticare che le tendenza a non affittare è spesso dovuta proprio al timore che nel tempo non siano soddisfatte le obbligazioni da tale diritto derivanti), cosicchè Federproprietà ha più volte sollecitato l’introduzione di una disposizione di carattere generale che sancisca la garanzia di una pubblica autorità (a partire dal Comune in cui si trova l’abitazione locata) per il relativo pagamento, specie in caso di particolare disagio economico del conduttore.

domenica 11 gennaio 2015

Banca di Trento e Bolzano l'assemblea dei soci primavere si esprimerà sulla fusione e incorporazione in Banca Intesa San Paolo: quali conseguenze.

Il 19 dicembre 2014 Banca di Trento e Bolzano ha approvato il progetto di fusione della stessa in Banca Intesa. Analizziamone le conseguenze con l'aiuto di Chiara Carolotti, dell'Ufficio Rapporti con i Media - Banca dei Territori e Media Locali Direzione Relazioni Esterne di Banca Intesa.

Quali conseguenze dall’accorpamento di BTB in Intesa Sanpaolo?Lo scorso 19 dicembre il Consiglio di Amministrazione di Banca di Trento e Bolzano ha approvato, ai sensi dell’art. 2505 bis cod.civ., il progetto di fusione per incorporazione in Intesa Sanpaolo, società che la controlla con il 90,45% del capitale, essendo detenuto il restante 9,55% del capitale da altri azionisti di minoranza.

L’operazione di fusione si inquadra nell’ambito del Piano d’Impresa del Gruppo Intesa Sanpaolo 2014 – 2017, che prevede, tra le numerose iniziative, una strategia di semplificazione societaria delle banche appartenenti alla Divisione Banca dei Territori, attuata attraverso una “riduzione graduale e significativa del numero delle entità giuridiche rispetto alle 17 di fine 2013, con 11 banche integrate” ed ha l’obiettivo di creare maggior valore per tutti gli azionisti del Gruppo.

L’operazione dovrà essere sottoposta all’approvazione dell’Assemblea degli azionisti subordinatamente al rilascio dei richiesti provvedimenti delle competenti autorità di Vigilanza.

La chiusura dell’esperienza della banca regionale, secondo Michele Andreaus nell’Adige del 21 dicembre 2014, fa venire meno un riferimento bancario per le imprese medie; ritenete anche voi che manchi un riferimento per le medie imprese? L’operazione sarà realizzata con grande attenzione alla continuità di relazione con la clientela e permetterà il conseguimento di sinergie di costo in linea con gli obiettivi del Piano d’Impresa.

Il marchio della banca, noto e distintivo, sarà mantenuto associato alla denominazione “Intesa Sanpaolo”.

L’integrazione in Intesa Sanpaolo consentirà altresì all’attuale rete di filiali Btb una maggiore vicinanza alla clientela grazie al nuovo modello di servizio della Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo specializzato su tre “territori commerciali”: retail, personal e imprese che verrà adottato da gennaio.

Quale mercato a livello trentino volete servire? Quale il vostro target? Il Gruppo in Trentino Alto Adige continuerà a servire la clientela con il consueto approccio di attenzione e ascolto del territorio, cogliendo tutte le opportunità che il mercato potrà offrire. In particolare affiancheremo le imprese che vogliano andare all’estero in quanto convinti che l’internazionalizzazione è una delle principali vie per la ripresa. Inoltre il Gruppo ha ottenuto i fondi della BCE. La caratteristica di questo strumento è, come dice il nome, di essere targhettizzato, quindi finalizzato all'impiego. L'impegno della banca, ancor prima del prestito, è quello di erogare tutto l’importo raccolto a condizioni convenienti per la clientela.

Quale piano per le filiali in Trentino? Quale piano per i dipendenti si vuole sottoporre al sindacato? Come si vuole impostare i rapporti col sindacato per gestire la transazione? Come previsto dal nuovo modello di servizio della Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo ci sarà una suddivisione delle filiali per “territorio commerciale”. A loro volta verranno organizzate in Aree che riporteranno ai tre responsabile di segmento della direzione Regionale Nord Est: Retail, Personal e Imprese. La finalità è quella di fornire un servizio alla clientela sempre più specifico per aree di bisogno, perseguendo al tempo stesso gli obiettivi del Piano di Impresa avendo riguardo per la valorizzazione delle persone e il riconoscimento del merito.

La Direzione Commerciale Retail è a presidio della clientela Banca 5 (Base), famiglie e aziende Retail, con focalizzazione sullo sviluppo e sul soddisfacimento dei bisogni bancari, di investimento e di risparmio più standardizzabili.

La Direzione Commerciale Personal è a presidio della clientela Personal, con focalizzazione sulla gestione professionale dei bisogni di risparmio, investimento e previdenza a maggiore complessità, anche attraverso l’introduzione di servizi evoluti di consulenza.

La Direzione Commerciale Imprese è a presidio della clientela Imprese, con focalizzazione sullo sviluppo della finanza d’impresa e finanza straordinaria e sul supporto ai processi di internazionalizzazione delle imprese.

Il Piano d’Impresa non prevede esuberi, il personale verrà impiegato in ruoli commerciali dedicati alla valorizzazione della relazione con la clientela.

Ringraziando per tali risposte è da sottolineare che il CDA approvato un concambio di n. 0,6652 azione ordinarie Banca Intesa Sanpaolo (0,52 euro unitario) ogni azione Banca di Trento e Bolzano per tutti gli azionisti minoranza. Essi potranno vendere coi criteri del recesso le azioni all'incorporante al prezzo unitario 1,55 euro. Ciò è stato valutato col supporto dell’advisor Deloitte Financial Advisory S.r.l.

sabato 3 gennaio 2015

Alcune riflessioni dal sindaco di Malosco Andrea Marini sulla mancata fusione nel comune unico Altanuania

Il 14 dicembre 2014 si sono tenuti dei referedum consultivi per le fusione dei comuni. Qui voglio parlare della fusione mancata in Comune Unico della Altauninia dei comuni di Cavareno, Malosco, Romeno, Ronzone, Sarnonico. I cui risutati sono qui. Sarebbe intempestiva però una presentazione dei dati che ha visto la fusione affosata dal voto i Malosco per 3 voti è ci che volio fare. Voglio invece qui portare delle rifesssioni del sindaco di Malosco, Andrea Marini, che ringrazio per aver risposto.

Il Comune di Fondo non ha partecipato al referendum per la fusione nel comune dell'Altanaunia, perchè si da la colpa della mancata fusione allo stesso? Fondo era con noi,in seguito pretendeva che la sede amministrativa dell’ unione fosse a Fondo anziché a Cavareno (a Fondo si erano riscontrati problemi logistici) quindi si è dissociato dall’unione non poteva partecipare al referendum.

Quali altre motivazioni per il fallimento della fusione? A Malosco hanno vinto seppur di poco “i no” perché le persone non hanno voluto partecipare alle riunioni informative hanno scelto senza sapere !!! Troppi censiti originari di Fondo, il neonato movimento del NO nato a Malosco, la minoranza comunale che si oppone sempre e comunque a quanto proposto dalla maggioranza.

Un'amministratrice di Brione diceva che un amministratore di Malosco dovrebbe dimettersi dopo che per soli tre è stata bocciata la fusione per soli tre voti di Malosco, ritiene di dimmettersi? La fusione era proposta dall’ amministrazione (ripeto la maggioranza del cons.com.) suffragata dagli altri 4 comuni e da due consulenti. La responsabilità del “no” è dei votanti non dell’amministrazione; chi opera nel giusto (il referendum è la maggiore espressione democratica) può dimettersi ritenendosi non ascoltato ma non lo deve. Del senno di poi sono piene le fosse (Ugo Foscolo) certo che nulla è perfetto tutto è ottimizzabile, si potrebbe rifare con delle modifiche per la sensibilizzazione della gente.

Da dove ripartire? Non so se si riparte, vedremo.

L'importanza di queste riflessioni è capire meglio un fallimento che sebbene per pochi voti tale rimane, ma anche per dare dei consigli a chi deve prendere decisioni in merito. In primis va messo in luce il discorso dell'informazione che è fondamentale e in zone ove il no è caolizatto pu portare ad un rifiuto della gente ad informarsi.

Si da per scontato che una fusione più risretta sia più facile ma a volte può presentare insidie come ad esempio in questo caso in cui la mancata presenza del Comune di Fondo strada facendo può aver cambiato la percezione sulla fusione.

Se si guarda bene le fusioni fallite e quelle che invece hanno avuto successo si può vedere che quelle riuscite hanno avuto dietro una visione comune e un percorso subito più chiaro. Anche il comportamento degli amministratori influisce sul successo o meno di una fusione perchè comportamenti ambigui non sono tollerati dalla cittadinanza. Andrebbe tenuto conto anche dal segnale arrivato da altre realtà nella riflessione su una possibile fusione.