Trento. I risultati del referendum arriveranno domani e ci diranno chi avrebbe vinto tra l'abrogazione delle Comunità di Valle e chi le sostiene, ma sarà un risultato inutile.
Inutile il risultato di domani dopo il responso delle urne sull'affluenza, perché la stessa condanna il referendum alla nullità. Una nullita dovuta a molti fattori primi fra tutti di una scarsa pubblicità delle ragioni del si. Non che chi era per il mantenimento abbia saputo dire il perché le Comunità di Valle siano utili, ma si è trincerato anche attraverso le affermazioni di Dellai sul non voto. C'è chi ha pure detto che un'abrogazione delle Comunità di Valle riportava ai Comprensori, ma questa era una realtà irrealistica.
Si è evitato il confronto non cercandolo in modo di spiegare un quesito che si riteneva troppo complesso per lasciarlo alla popolazione e si è finito per perdere. Si per perdere, perchè con il fallimento di questo referendum non ha perso solo la Lega ma tutti, in quanto ha vinto solo il partito dell'astensionismo. Se un presidente della Provincia e una maggioranza aveva temi giusti per sostenere le comunità doveva non nascondersi con l'astensionismo e indicare (motivandolo) il voto conseguente il NO.
Il partito dell'astensionismo. Tale partito a totalizzato con il 72,63% quasi i due terzi degli aventi diritto; una maggioranza questa utile perfino per modificare la costituzione repubblicana se ci fosse in parlamento. Le Comunità sono salve, ma questo voto hanno fatto emerge se in connessione con le elezioni dei rappresentanti nelle Comunità di Valle su tali enti c'è perfetto disinteresse.
Non è solo il disinteresse però a portare a tale maggioranza, ma forse nella nostra provincia esistono interessi molto forti che remano contro tale referendum. Gli interessi forti sono dovuti ai vari amministratori e dipendenti pubblici, i quali molto numerosi occupano tali enti. E' innegabile se guardiamo ai settori importanti della nostra provincia che ha livello anche di dipendenti, il settore più importante in città e sopratutto nelle valli, sia il settore pubblico e che su esso ruoti spesso tutta l'economia di qualche zona.
Il nodo del quorum. Il quorum è un'arma non solo per dare forza al risultato referendario, ma anche per far in modo che i partiti che vorrebbero far votare no abbiano due possibilità di vittoria. Il quorum andrebbe tolto in modo da obbligare i partiti ad esprimersi e sostenere le loro idee con argomenti forti. Se sono sicuro di una riforma la sostengo e non con ciò che si è sentito "bisogna aspettare che vadano a regime", ma con i benefici che le stesse portano.
Mi si dirà, sull'acqua e nucleare referendum nazionali il quorum non è stato di ostacolo. E' normale che su temi di così grande spessore e che hanno avuto quel battage mediatico che c'è stato abbiano movimentato le persone a votare. I sentori di una vittoria schiacciante del si in quei casi ha movimentato anche il no e ciò ha aiutato il superamento del quorum. Se questo è vero vorrà dire che tutto ciò che non tocca sulla pelle della gente non ha valore referendario e con tutto rispetto l'organizzazione interna degli enti e gli ordinamenti degli stessi non sono temi sentiti. O si toglie il quorum o su tale temi tanto vale mettere una pietra sopra e non proporre più referendum.
La perdita di credibilità dello strumento referendario. C'è da dire che anche tale tema può aver influito e aver portato al fallimento dello strumento referendario. Sebbene ci sono stati esempi recenti di sorpasso del quorum come nel caso dell'acqua e del nucleare spesso non si è raggiunto. Anche nel caso di raggiungimento del quorum i risultati ottenuti sono scarsi, in quanto se nel caso del nucleare semplicemente non si è riattivato il percorso verso lo stesso nel caso dell'acqua nulla è stato fatto. La gestione viene in molti casi fatta ancora attraverso aziende private o a maggioranza pubblica ma di diritto privato. La vera gestione pubblica sarebbe stata dandola in mano ai comuni, ma anche in un comune come Trento, che si è mosso in tale direzione, si trova difficoltà in quanto ciò vorrebbe dire ingenti esborsi di denaro. Che senso ha votare un referendum se poi non viene rispettato il volere dei cittadini?
La scarso battage che il gruppo che sosteneva il referendum, che mi ha trovato tra firmatari nei gazebo di raccolta firme, ha saputo mettere in campo per spiegare l'inutilità delle stesse ha dato forte mano alla maggioranza provinciale nel dire che servono e che la disaffezione dei cittadini è dovuta al periodo di rodaggio della riforma. Inoltre la data il 29 aprile è tra il 25 e il 1 maggio e ciò non incentiva le persone a votare preferendo approfittare dell'occasione per andare in vacanza. Tanti errori e troppi temi hanno giocato a sfavore del referendum sul quale sebbene ho creduto, sopratutto dopo le esternazioni di alcuni partiti, mi sono accorto non aveva speranza di vittoria. E' comunque utile una riflessione e ripensare tale strumento che tranne pochissimi argomenti è destinato sempre a fallire.