Il 5 dicembre 2014 alle ore 8.10 venne deliberato dalla Giunta Provinciale di Trento un il riordino della rete ospedaliere dall'assessore alla sanità provinciale Borgonovo Re con la delibera 2114. Era assente l'assessore provinciale Michele Dallapiccola. Nella delibera si sottolineano gli indirizzi che muovono il riordino è l'etica nell'utilizzo delle risorse e la sostenibilità del sistema, la sicurezza e qualità delle cure, la parità di accesso dei cittadini ai servizi sanitari.
Il perno del sistema si basa su due tipi di strutture hub e spoke (che non è il personagggio di StarTrek). Gli hub saranno tre Trento, Rovereto, Cles che hanno attività sulle 24 ore sia di primo livello per il proprio territorio e di secondo livello verso tutti i territori serviti dalle strutture spoke. Esse hanno una struttura che riesce a gestire tutta l'urgenza sulle 24 ore. Esse posso garantire funzioni di elevata complessità e tecnologia. Il collegamento con le strutture spoke è di tipo bidereionale prevedendo il decentramento di parte della casistica programmata (soprattutto in ambito chirurgico ed ortopedico).
Gli altri ospedali sono di tipo spoke che sono organizzati sul modello di day surgery/week surgery. Essa prevede che tali strutture servono i territori di riferimento per le prestazioni di primo livello lasciando non potendo gestire e funzioni che richiedono particolari competene e tecnologie presenti negli hub e assicurano l'attività programmata e urgente senza pper avere l'attività di sala operatoria nottura e festiva. Le strutture spoke si integrano in modo stretto ospedale e territorio per geire la cronocità/fraglità e urgenza territoriale collegandosi in modo biderizionale con le altre strutture spoke e con li hub svilupando specifiche competenze multizionali (sopratutto in ambito chirurgico ed ortopedico).
Sfido a dire che si debba avere tutto in ogni ospedale e che la sussidarietà non sia un valore anche per risparmiare risorse da reinvestire nel sistema certo è che 60.000 firme contro tale previsione provinciale, più del 10% della popolazione, meritava sicuramente una partecipazione migliore della popolazione e un maggiore ascolto. Qui si vuole presentare il caso di Cavalase per per poi fare qualche considerazione con l'assessore salute del comune Cavalese Giuseppina Vanzo che arrivano dopo che il presidente della comunità di Valle di Fassa Zancanella aveva espresso ottimismo per l'ospedale di Cavalese nel settembre 2014.
Ospedale Cavalese. La struttura dell'ospedale di Cavalese è di tipo spoke e ha una dotazione di 62 posti letto ordinari, 9 in DH/DS, 11 posti letto tecnici e le eventuali culle per neonato. La stessa possiede i requisiti strutturali ed organizzativi delle strutture di base; serve la popolazione delle Valli di Fiemme e Fassa per tutte le funzioni di base ma deve divenire punto di riferimento provinciale per casistiche elettive e selezionate nel contesto dei Dipartimenti Medico, Chirurgico ed Ortopedico.
Nella struttura rimane l'Area funzionale omogenea (AFO) H24 che comprende medicina interna e funzioni specialitiche complementari, ma non si fa riferimento ai posti che nella configurazioni attuali sono 42. Il pronto soccorso con osservazione breve permane ma senza i 2 posti letti bensì integrato con i servizi i emergenza territoriale e continuità assistenziale.
Viene mantenuta la AFO per uanto riguarda Chirugia generale, Ortopedia e tramauttogia aggiungendo ginecologia, ma non più H24 e con la presenza di 21 posti letto. Gli interventi espletabili sono quelli in regime di day-week surgery ed ambulatoriale con affidamento di almeno un mandato di eccellenza in ambito provinciale dando mandato all’Azienda di adottare le necessarie disposizioni organizzative per dare attuazione a quanto previsto dal PdM 2013-2015 per la funzione chirurgica.
L'area materno infantile attualmente H24 e comprende Ostretrica, Ginecologia e Pedriatria con 8 posti letto e punto nascita con 8 culle è ancora tutto da definire nel suo assetto.
Le funzioni di laboratorio vengono come la funzione radiologica collegate in rete e viene praticamrnte eliminata la configuraziuone attuale di un laboraotrio di risposta rapida h 24 e di radiologia con mammografia coleata in tele refertaione h 12.
Le sale operatorie non opereranno più h24, ma h12 e nei campi di chiurgia, ortopedia e ginecologia h12 tranne nel periodo di maggior afflusso turistico.
Vengno mantenuti i servizi specialistici aumbulatoriali ai quali si agggiunge la riabilitazione. Viene inoltre aggiunta la funzione i continuità assistenziale ospedale-territorio.
Per il resto (Anestesia H24, Centro Dialisi ad Assistenza Limitata (CDAL 7 posti letti tecnici)e armadio farmaceutico, emoteca, sterilizzaione rimane uguale.
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Quale riflessione insieme Giuseppina Vanzo. L'asseora alla salute del comune di Cavalese, Giuseppina Vanzo, parte dall'assunto che si sia voluto procedere con tale riordino sebbene siano state raccolte 60 mila firme in tutta la provincia.
Per quanto riguarda i punti nascita poi fa notare come l'Assessora provinciale Borgonovo Re ha deciso di trattarli in tempi diversi, successivamente, ma il temporeggiare equivale a chiudere (non lo dicono ma lo fanno). Con la mancanza di un Primario si andrà verso la Tionizzazione del punto nascita di Cavalese, verrà meno la fidelizzazione delle donne di Fiemme e Fassa riducendo i parti a numeri non più sostenibili.
Al momento l'assesora alla salute del Comune Cavalese attende di vedereosa farà la gente di Fiemme e delle altre valli, non è detto che tutto passi in cavalleria.
Per quanto concerne l'ospedale di Cavalese fa fatica a capire perchè un tale ospedale che funziona bene, secondo standard di qualità e sicurezza (i dati lo confermano), con una sala operatoria utilizzata al 100%, che nell'ultimo quinquennio per numero di interventi, risulta essere il terzo polo operatorio di tutto il Trentino, nonchè il meglio amministrato di tutta la Provincia, lo vogliano ridimensionare per risparmiare. Una mossa che ha dell'incredibile.
Non era mia intenzione con tale illustrazione indicare quale sia la strada da seguire persone più competenti, ma certo qualche riflessione si può fare. E' mancata la partecipazione della popolazione che ha risposto con 60 mila firme contro tale progetto di riordino e la Giunta Provinciale non ha inteso aprire una discussione. Si è voluto presentare la situazione di un ospedale quello di Cavalese che tutto si può tranne che i cambiamenti siano minimi o che si sia mantenuto com'è e in qualche caso c'è stata una riduzione consistente c'è stata non come il presidente di Comunità Zancanella invece assicurava sebbene è vero non c'è una chiusura. Ci sono preoccupazione per l'area materno infantile che dovrà esser discussa in un secondo momento. Gli esempi di altre strutture provinciali non sono confortanti e la espr Giuseppina Vanzo esprime preoccupazione. E' stato un modo di poter avere qualche riflessione da un esponente locale come l'assessore salute di Cavalese che spero sia gradita. Lascio ai lettori trarre le conclusioni sul bene e male di un sistema che fa della susssidiarietà il suo perno come certo dovrà essere, ma che su cosa matenere nelle varie strutture può esser oggetto di dibattito.