venerdì 30 agosto 2013

Femminicidio le leggi non bastano

Le violenza sulle donne è purtroppo è argomento di attualità per la frequenza che ha assunto. A volte si mette in luce molto la cronaca dei singoli casi e non si va alla radice del problema.

Il vero problema è che possiamo fare leggi sulla violenza di genere sullo stalking ma questo finisce per creare molte norme ma non affrontare veramente il fenomeno più globale: l'aumento della violenza della società.

Infatti sebbene i numerosi casi di violenza sulle donne fa sensazione esiste una violenza a tutto campo che va combattuta sia essa fisica o psicologica. Ecco perchè mi piacerebbe partire da una riflessione fatta nella lettera di Sara Benedetti sull'Adige del 24 agosto 2013 per l'input per cambiare veramente le cose. Nella sua riflessione la stessa parla di rilanciare la cultura dell'umano per l'umano. E' nella sua semplicità un idea sbalorditiva in quanto spesso si propongono molte culture ma non quella del rispetto dell'essere umano che risulta nella società attuale esser diventato spesso un mezzo per raggiungere altre cose. Non c'è quindi spesso una cultura della vera relazione ma di una relazione purchessia.

L'idea è semplice ed è educare alla relazione genuina tra essere umani tesa al rispetto dell'altro che spesso manca: si esso il vicino, la donna, lo straniero e a volte pure i bambini. L'educazione però sia nel campo adulto che nei bambini non è cosa semplice da portare avanti e richiede di investire molto sia nella scuola che nella famiglia. E' più facile spesso fermarsi alle leggi e vederla sotto un aspetto legale perchè per lo meno si toglie il problema (almeno momentaneamente) di un particolare caso, ma solo investendo nella cultura dell'essere unano per l'umano si può veramente cambiare in modo cospicuo le cose sia nel campo delle violenze di genere o di altro tipo sia nel rispetto della propria stessa persona.

Una sfida quella lanciata da Sara Bendetti che spero qualcuno che ricopre ruoli di responsabilità nella società voglia raccogliere.

giovedì 29 agosto 2013

La sfide per i cristiani e scelta libere in stato laico

Il 24 agosto appariva la lettera di don Carlo Meadri che affronta un tema importante per ogni cristiano: la difesa del Vangelo. Lo stesso prende l'Olanda come modello culturale europeo se non ci sarà una presa di coscienza e difesa dei valori cristiano da parte degli stessi. In tale paese lo stesso dice che pure le chiese sono stati riconvertite per utilizzi lontani dallo scopo originario.

Se su tale piano si può in parte condividere l'appello ai cristiani nella difesa dei valori e sull'impegno politico degli stessi anche se poi si prende più che altro di mira le leggi sull'omofobia e dei diritti delle coppie omosessuali. In tale campo lo stesso mette il luce che non ci può essere un'equiparazione nel campo del matrimonio e del'adozione da parte delle coppie gay. Vorrei in tal senso riportare l'art. 29 della Costituzione che così recita:

La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come societa' naturale fondata sul matrimonio.

Il matrimonio e' ordinato sull'eguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell'unita' familiare.

In tal senso il contratto costituzionale del 1948 sembra esser più avanti della legislazione e in tal senso lascia aperto a scelte che posso portare ad una equiparazione anche se gli articoli successivi gli articoli 30, 31 fanno riferimento alla paternità e maternità facendo riferimento a uomo e donna. Quest'impostazione mette in luce come sia più facile il discorso del matrimonio omosessuale che quello derivante all'adozione da parte coppie omosessuali.

Si evince quindi nella nostra costituzione già i germi di una direzione dei prossimi passi in tal senso e di come giustamente nel campo delle adozioni serva una ponderazione maggiore. Sembra una piccolezza ma mettere paternità e maternità nel campo costituzionale crea un freno a facili modifiche che in prima analisi porterà ad una riflessione sui termini e sull'attualità degli stessi e di come si gli stessi si conciliano con un eventuale diritto di famiglia e adozioni omosessuali.

Non solo però solo questo il tema, sebbene importante, su cui il mondo cristiano dovrà confrontarsi con altri mondi uno su tutti il fine vita sul testamento biologico oltre a molti altri. Un confronto franco e non prevalicatore come dalla lettera sembra evincere (sarei disposto cambiare idea se mi viene dimostrato che sbaglio) di una crociata per bloccare qualsiasi cambiamento. Il mondo cristiano è importante in italia ma non è l'unico e la politica deve essere anche la composizione di tutti le sensibilità mitigata dal volere dei cittadini attraverso le elezioni. Non si può in tal senso dare alla Chiesa una golden share essendo lo stato laico e lo Stato e la chiesa sono indipendenti nei rispettivi campi.

La Chiesa ha comunque un ruolo e se in tal senso lo sprono di don Carlo Meadri va in tale direzione è da ammirare. La Chiesa deve nel cristiano risvegliare i valori che spesso sono perduti solo ciò a mio avviso e non leggi può perpetrare anche in futuro i valori cristiani.

Sul tema del paesaggio e le chiese trasformate in cose molto lontane è interessante fare riferimento all'incontro del 20 giugno 2013 sul tema del Paesaggio avvenuto preso la Casa dell'Ecomuseo. In particolare è interessante l'intervento di Vittorio Ducoli in risposta a Alberto Cosner. Il paesaggio è mutevole e a parte fattori distintivi e le chiese sono anche parte della memoria storia del passato e in qualche caso anche di pregio artistico. Non è il cambiamento che si deve temere, ma bensì il non governarlo. Non governare il cambiamento prima o poi porta a contraddizioni enormi che portano a cambiamenti maggiori di quelli che si sarebbero tollerati. Questo è vero è sia a livello paesaggistico sia nei grandi temi sociali perchè quindi la Chiesa non si siede a far capire le sue posizioni senza pregiudizi per le posizioni altri per poi lasciare alle dinamiche politiche la composizione dei vari interessi? Perchè non torna al suo ruolo di sveglia in cui crede nelle persone?

giovedì 22 agosto 2013

Settore trasporti e sviluppo sostenibile nelle Alpi la posizione di CIPRA

Lo sviluppo sostenibile è la nuova visione che sempre più dovrà pervadere ogni settore della società. Un nodo importante nella sostenibilità è il settore dei trasporti sebbene anche altri settori. Andiamo oggi a conoscere la posizione di CIPRA Italia grazie alle parole del direttore Franco Pastorelli in merito allo sviluppo delle Alpi e in particolare per ciò che concerne il settore trasporti.

Convenzione delle Alpi. La convenzione delle Alpi è un trattato vincolante di diritto pubblico internazionale per la tutela e lo sviluppo sostenibile delle Alpi, i paesi alpini riconoscono la loro comune responsabilità e si propongono di garantire la tutela duratura ed efficacie delle Alpi in tutti i loro aspetti: spazio naturale di eccezionali qualità ambientali, spazio vitale per le popolazioni locali, regione economica, luogo di svago e di riposo, patrimonio comune dell'intera Europa. Essa si compone di una Convenzione quadro e dei Protocolli attuativi.

Nella Convenzione quadro sono specificati solamente gli obiettivi e le regole generali, mentre le misure concrete sono definite in appositi protocolli applicativi. Si tratta di singoli ed autonomi accordi internazionali e contengono le disposizioni per l'attuazione degli obiettivi negli specifichi campi applicativi: Protezione della natura e cura del paesaggio; Pianificazione territoriale; Tutela del suolo; Turismo; Agricoltura di montagna; Foreste montane; Trasporti; Energia. Purtroppo mentre la Convenzione quadro è stata ratificata dall'Italia nel 1999 (Legge n. 403 del 14 ottobre) la ratifica dei protocolli attuativi è avvenuta soltanto nel 2012 a causa del nodo relativo al Protocollo Trasporti ed all'ostruzionismo esercitato da alcune parti politiche in nome della lobby dell'autotrasporto. A causa di ciò il nostro Paese è in forte ritardo nelle politiche di attuazione dei protocolli e nelle politiche per il trasporto sostenibile in generale.

Protocollo Trasporti. Con la ratifica del Protocollo Trasporti l'Italia potrà finalmente dotarsi di una politica dei trasporti credibile, a partire dal trasferimento modale. Il Protocollo Trasporti può essere considerato l'autentico pilastro della Convenzione che prevede non solo l'impegno a non costruire nuove strade di grande comunicazione che attraversino le Alpi (e a mettere definitivamente una pietra sopra progetti assurdi quanto improbabili del tipo Autostrada Alemagna o Autostrada del Mercantour), ma anche misurre innovative volte a migliorare l'efficienza dei trasporti.

Il Protocollo sui trasporti ha il pregio di considerare le politiche dei trasporti nel loro complesso e di non limitarsi alle politiche delle infrastrutture. Infrastrutture, vero limite culturale della classe politica italiana, di ogni schieramento. Ministri, sottosegretari, assessori regionali, per finire agli amministratori locali, riducono quasi sempre il complesso sistema trasportistico ad una questione di strade, autostrade, ferrovie, tunnel, ponti - spostando di conseguenza la problematica ad una questione di cantieri, tracciati, costi infrastrutturali - anziché tentare di ragionare su ciò che genera "trasporto", ovvero domanda e offerta, mercato, dislocamento delle produzioni e costi reali del trasporto.

TAV e la contrarietà non preconcetta. Perchè la TAV è un progetto nato male ed i tentativi di correggerlo in corso d'opera si sono rivelati del tutto inadeguati. Si è pensato prima a realizzare l'opera per poi capire a cosa dovesse servire (a trasportare le merci? le persone? sulla base delle proiezioni di traffico degli anni '90?). Paradossalmente per realizzare alcune tratte ad alta velocità (alcune sensate, altre per nulla) alle quali sono state destinate tute le risorse economiche, si sta smembrando la capillare rete delle linee ferroviarie regionali e locali, quelle che quotidianamente dovrebbero servire milioni di passeggeri costretti a viaggiare in condizioni pietose.

Non vi è dubbio che il trasporto su ferro sia molto più ecologico di quello su gomma ed il trasferimento modale è uno dei nostri obiettivi. Tuttavia non si può semplificare il complesso sistema dei trasporti ad un problema di infrastrutture. E' provato, ad esempio, che la sola realizzazione di una nuova linea ferroviaria come la Torino - Lione non riuscirebbe ad incidere che minimamente sul trasferimento delle merci dall'autostrada alla ferrovia. Si tenga conto poi che una linea ferroviaria tra Torino e Lione esiste già ed è utilizzata per un terzo delle sue capacità. La realizzazione della grande opera (tunnel internazionale) non risolverebbe che in minima parte il problema dell'infrastruttura: infatti più che l'attraversamento delle Alpi il collo di bottiglie è costituito dai nodi di Torino e di Chambery (nel caso della Torino-Lione) i quali rimarrebbero irrisolti. Tutto questo senza dimenticare il costo miliardario di una simile opera in un periodo di crisi, l'impatto ambientale della cantierizzazione ed i tempi necessari a portarla a compimento (se mai ciò dovesse avvenire).

Ringrazio il Direttore di CIPRA Italia non solo perchè ci fa capire meglio le motivazioni del dissenso ma pure per il materiale, attraverso il quale, a breve si approfondirà il discorso specifico della Torino-Lione.

lunedì 19 agosto 2013

Lorenzo Dellai esclude la Sua candidatura alle provinciali 2013 della Provincia di Trento

Era apparsa su alcuni giornali la suggestiva idea che Lorenzo Dellai fosse pronto a tornare nel campo provinciale con una candidatura, come consigliere provinciale, alle provinciali della Provincia di Trento. Si erano spese su tale ipotesi molte parole.

Sul tema perfino Bruno Dorigatti era possibilista su tale ipotesi dicendo che era un modo far arrivare la coalizione al 40% tenendo conto che veniva accreditata a Lorenzo Dellai una forza di 30 mila voti.

Contattato il deputato Lorenzo Dellai bolla tali suggestioni come dibattiti estivi che si sviluppano sul nulla. Lo stesso esclude di aver mai espresso alcuna intenzione di candidare alle prossime elezioni provinciali.

venerdì 16 agosto 2013

La Peschedada 2013 allieta il pomeriggio di Ferragosto a Canal San Bovo

Oggi si è tenuta la Peschedada 2013 a 40 anni dalla prima edizione di tale corsa non competitiva. Per la storia si andare qui.

Una corsa che a preso inizio alle 16 e che si snodava per il percorso di cui qui sotto si può vedere la cartina e che parte dalla zona antistante il Corso Turistico del Vanoi per poi tornare ancora al stesso punto dopo aver passato per i sora gli ardeni (la zona di Prade, Zortea, etc..).

Una gara alla quale quasi 300 persone hanno partecipato e che ha visto arrivare quasi tutti i concorrenti classificarsi all'interno delle 2 ore e mezza.

La competizione è stata organizzata dalla Proloco di Canal San Bovo e Gobbera con l'assistenza dei Vigili del Fuoco e della Croce Rossa.

Gli arrivi. La gara si è conclusa poco sopra i 40 minuti per i primi tre concorrenti che nell'ordine sono stati:

  1. Carlo Rigoni, 41:26;
  2. Alberto Bettello, 43:05;
  3. Nicola Giovanelli, 43:36;

Carlo Rigoni

Alberto Bettello

Nicola Giovanelli

La prima donna si è classificata 27esima in classifica assoluta ed è stata Ilaria Gurini col tempo di 52:03.

Ilaria Gurini

La classifica completa della gara della Peschedada si può avere qui. Tutto si è svolto grazie alla partecipazione dei volontari delle varie associazioni coinvolte in modo regolare sia nei punti di controllo che nei vari ristori oltre che alla premiazione avvenuta alle 18. A queste persone va il grazie della Comunità per la bella giornata di sport.

Ai partecipanti alla gara e al pubblico che l'ha seguita un arrivederci al 2014.

martedì 13 agosto 2013

Tessere gratis in A22: a chi sono date?

In passato una consigliera del Comune di Trento aveva interrogato l'amministrazione del Comune di Trento in merito alle tessere gratis usate in A22, in quanto il comune di Trento è socio nella società Autostrada del Brennero S.p.A./Brennerautobahn AG. In quella occasione sono state opposte questioni di privacy e sulla storia era rimasto un alone di mistero che poteva far presumere che ci fossero politici che avessero tessere gratis.

In avvicinamento alle elezioni ho voluto conoscere meglio la questione e devo dire che sul punto ho trovato l'Amministratore Delegato della società, dott. ing. Walter Pardatscher, molto disponibile nell'affrontare la materia.

Sul punto è partito facendo riferimento all'articolo 373 del Regolamento di esecuzione e di attuazione del nuovo codice della strada. Al comma 2 c'è l'indicazione dell'obbligo di esentare alcune categorie di utenti dell'autostrada. Dunque, oltre ai mezzi di proprietà di Autostrada del Brennero, sono esenti i mezzi di soccorso (Aci, Vai, vetture di servizio e Polizia della Strada, mezzi di manutenzione, ecc.) e quindi le categoria che a norma di tale articolo devono esser esentate.

E' stato inoltre puntualizzato che non esistono tessere gratis per politici.

venerdì 9 agosto 2013

Pagamento della scuola di Coredo: un problema di contestazioni sulla cifra

La scuola di Coredo è stata sbattuta sui giornali perchè risultava che la Inco srl non era stata pagata per la nuova scuola finita nel 2010. La vicenda sembrava un altro caso di mala gestione pubblica, ma non è così. Infatti la somma su cui ci si imbatte sono 22.380,74 euro a residuo in quanto sul punto esistono contestazioni sulla cifra da pagare. Ecco qui ricostruita la storia da Paolo Forno, sindaco di Coredo.

Allo stato attuale all’impresa sono stati liquidati acconti in corso d’opera per complessivi euro 4.476.020,65 euro per i quali è stata necessaria l’approvazione con delibera di giunta del certificato di collaudo tecnico-amministrativo, peraltro firmato dall’impresa con riserva, richiamando le riserve iscritte sui documenti contabili.

L'impresa a ritenuto di firmare ha firmato il registro di contabilità n.8 in data 3.11.2009 con riserva richiedendo l’ulteriore riconoscimento di euro 166.693,12. Ha inoltre chiesto euro 55.000,00.- per l’aumento eccezionale del prezzo del ferro e dell’acciaio nell’anno 2008.

Il credito che certo ammonta a euro 22.380, 74 euro e rimane in sospeso per la necessità di capire l'entità del pagamento da effettuare sulla base delle riserve presentate dall'impresa.

Entro il 15.12 .2013 deve essere consegnata in provincia la rendicontazione dell’opera. Entro quella data deve quindi essere conclusa tutta la procedura. In tal senso l'istruttoria è in corso e si è in attesa di un parere tecnico dopo aver già ricevuto le relazioni riservate del direttore lavori e del collaudatore. A quel punto è in programma un incontro con il rappresentante della ditta e il direttore lavori presso il municipio in presenza della Giunta comunale.

Si conta che la procedura si possa concludere entro settembre con la relazione finale da parte del responsabile del procedimento, nella figura del segretario comunale, a cui seguirà la delibera della Giunta comunale per la decisione finale sulle riserve e per la definizione delle eventuali ulteriori spettanze dell’impresa.

giovedì 8 agosto 2013

Donne vincenti ieri sera in Biblioteca a Canal San Bovo

Ieri sera tra le iniziative promosse dalla Biblioteca di Canal San Bovo con la collaborazione del Punto Pace si è potuto conversare con Paola Tommasoni “Quando il successo è femmina: storie di donne vincenti”. Paola Tommasoni vive a Verona ed è in insegnante di lettere.

Un'ora molto interessante nella quale si sono sviscerate le vite di quattro donne che hanno contribuito alla società. Donne eccezionali sono state presentate per aver saputo non cedere alle difficoltà dei tempi ma che hanno saputo sfruttare il loro talenti e le doti (coraggio, determinazione e amore) di una donna nel migliore dei modi.

Gli esempi portati sono: Ipazia Alessandria, Sophie Germain, Artemisia Gentileschi, Wangari Maathai, e Aung San Suu Kyi. Donne quelle presentate non comuni che hanno saputo usare il loro talento e le doti di donna per poter superare molte difficoltà e portare il loro contributo. La relatrice è ha sulle stesse messo in risalto dei tratti che spesso nella celebrazione del femminismo spesso viene dimenticato: la donna non deve aver riconosciuto un valore perchè così richiede la legge ma perchè ha talento e questo donne lo dimostrano. E' stato interessante in tal senso il non focalizzarsi sulle quote rosa come spesso anche delle donne della politica fanno ma sul cambio di mentalità. Una mentalità che deve cambiare per non sprecare il talento del popolo femminile che non deve doversi piegare agli schemi maschilisti e invece mantenere la sua distinzione femminile. Una chiosa alle donne che replicano nei talk show l'aggressività maschile. In tale argomento forse la più rappresentativa è Sophie Germain che ha dovuto farsi passare da uomo per poter studiare matematica e che sono quando ha avuto un incontro con Lagrange ha svelato il suo essere donna.

Una questione femminile che ancora c'è hai giorni nostri visto che sembra di vedere uno stillicidio di donne anche nella nostra civilissima Italia; magari anche perchè a volte l'uomo viene lasciato o superato in qualche campo. Una questione quella femminile che non può esser risolta a suon di leggi con la violenza di genere; ma con un cambio di mentalità. Un cambio di mentalità che fa del rispetto e della meritocrazia che oltre ad aiutare le donne potrebbe aiutare anche gli uomini meritevoli. Forse è questo il messaggio più bello che esce dalla serata non una contrapposizione ma un alleanza veramente per riconoscere il merito a chi ce l'ha e perchè rispettando tutti, in modo che tutti possono contribuire alla propria società.

Nella serata sono stati presentati dei libri che non ricordo, l'ottima bibliotecaria Elena Corona (da cui ho perso la foto) sicuramente li sa, che invito a tutti di leggere magari passando in Biblioteca a Canal San Bovo per prenderli a prestito.

Un incontro che ha visto la maggioranza del pubblico femminile ma che meritava di esser seguito da un pubblico anche maschile per la qualità degli spunti che ha dato non soffermandosi solo su un remenescenza del femminismo da cui in parte ci si stacca.

venerdì 2 agosto 2013

Condanna di Silvio Berlusconi per frode fiscale

Ora c'è un condanna definitiva di Silvio Berlusconi per frode fiscale che viene confermata a 4 anni; mentre per annulla con rinvio ad altra sezione della Corte d'Appello di Milano per la rideterminazione dell'interdizione dai pubblici uffici.

Il leader del PDL è in tal senso fatto fuori visto che l'art.1 del decreto legislativo 31 dicembre 2012 prevede che lo stesso per 6 anni non si potra ricandidare.

L'esecutività della condanna non è necessaria ma quello che si vuole è l'applicazione dell'art.1 sopra citato attraverso l'art. 66 Costituzione esprimendosi sull'ineleggibilità sopravvenuta del senatore Silvio Berlusconi. In questo senso si possono capire le parole rilasciate da Guglielmo Epifani appena letta la sentenza che chiedeva comportamenti conseguenti anche dal PDL e moderati. Si chiedeva però che si dia esecutività alla sentenza forse intendo alla previsione di incandidabilità di Berlusconi sopravvenuta.

Si aprono per almeno 3 piani uno per il PDL e due per il PD che saranno difficili da non vedere. Partiamo dal PDL che vede il suo leader abbattuto e che non potrà mai tornare per almeno 6 anni ma al quale col rinvio a meno di voto del PD e altri sull'incandidabilità di Berlusconi avrà il tempo di poter riorganizzare il partito dovendosi per forza farsi da parte. Il suo videomessaggio riportato qui sotto è un testamento politico.

Se si ha guardato il video sopra riportato non si può che convenire che è un testamento politico che invoca quasi una presa delle sue idee e del partito a qualcun altro. Lui vorrebbe che emergesse qualcuno che con la rinascita di Forza Italia si prenda l'onere di portare avanti le istanze politiche di sempre.

Si vede però un leader stanco fiaccato dai processi, ma che forse se partiamo dalle sue parole ci da un idea su dove si potrebbe trovare da ridire e non voglio con ciò entrare nella sentenza che va rispettata ma mettere in luce un aspetto. I giudici dicono e hanno sicuramente carte per dirlo se è stato confermato che la condanna per frode era giusta, ma salta agli occhi una contraddizione. Se lui ha messo in campo un tale sistema per creare fondi neri sulle compravendite di diritti televisivi perchè Mediaset non è stata condannata? Ecco solo questa cosa sembra molto strano.

Il PD invece ha quasi più piani del PDL di cui preoccuparsi. Intanto il primo è fare dichiarare ineleggibile Berlusconi che rischia di creare un terremoto politico e nuove maggioranze se ci sono. Paradossalmente se Silvio si ritirasse potrebbe far guadagnare voti al PDL se si sa riorganizzare. A quel punto però il PD dovrebbe dire che non ha mai battuto Berlusconi nelle urne e che è servita una sentenza per abbatterlo. Non esaltante perchè vorrebbe dire che la proposta del PD non è credibile e condivisa.

Il secondo piano è ancora più scivoloso per il PD in quanto se è stato condannato da senatore è perchè il PD non è mai riuscita a far rispettare il conflitto di interessi. La sentenza potrebbe esser vista come qualcosa che Silvio ha fatto senza il coinvolgimento di Mediaset e lo stesso Berlusconi dice che non ci sono fatture false in Finivest e Mediaset. Ora è però strano che l'azienda non sia coinvolta e che lo stesso sia socio occulto di alti in tale operazione. Da un punto vista processuale ok, ma da punto di vista politica è la certificazione del conflitto di interessi. Come si spiega agli elettori di non aver mai fatto rispettare il conflitto di interessi.

Sapere se il governo Letta durerà si dovrebbe avere la sfera di cristallo ma la presenza in campo di Berlusconi è stabilizzante per il sistema. Che succederà quando uscirà di scena?