mercoledì 10 aprile 2013

Abrogazione del quorum referendario: modificazioni della legge sui referendum provinciali una bella illusione.

In data 22 giugno 2011 la consigliera Margherita Cogo come prima firmataria presenta il DDL 222 della XIV legislatura. A lei come firmatario si aggrega Bruno Firmiani.

Il disegno di legge 222 ha un testo semplice composto di solo 2 articoli e doveva innovare in materia referendaria la validità dei referendum togliendo il quorum con il primo ariticolo e portando col secondo a 9000 le firme che gli elettori dovevano elettori del Consiglio Provinciale o 20 consigli comunali. Il testo è visibile qui.

Una boccata di democrazia diretta. Sembrava che tale apertura avesse portato una ventata di novità anche nei referendum comunali con Trento e Rovereto che si erano mossi per poter modificare le norme in tal senso e dare spazio con più facilità ai cittadini poi tutto si è arenato. E' questo che ha portato molti a votare Grillo.

La lezione però non è bastata. Sembra proprio che la lezione non sia bastata e che spesso alcuni DDL vengano presentati e poi abbandonati nel limbo delle commissioni e questo è uno di questi. Allo stato per i prossimi tre mesi risulta non esser stato calendarizzato in consiglio e allora ci si chiede se non sarebbe stato meglio usare le commissioni meglio visto che i temi sul tappeto sono molti tra i quali una profonda crisi economica. Vista l'estate vicina e a novembre 2013 ci sono le elezioni non si capisce come tale DDL possa arrivare in aula visto quanto tempo è passato dal 05 luglio 2011, data in cui è entrato in commissione competente.

Sarebbe utile che il PD che vede tra le sue file la prima firmataria Margherita Cogo, consigliere PD, chiarisse i motivi che non anno visto lo stesso arrivare almeno alla discussione di un tema forse non il più sentito, ma sentito dalla gente. Infatti il sistema referendario come è attualmente disegnato anche per le materie provinciali non funziona. Dalla data di approvazione della legge provinciale n. 3 del 2003 ad oggi nessun referendum provinciale ha ottenuto il quorum di validità. Eppure le prospettive che la legge in questione dava erano interessanti anche nel rispetto della volontà popolare erano ottime.

Il rispetto dei risultati. Il rispetto dei risultati del referendum è sentito nella legge provinciale n. 3 del 2003, che disciplina i referendum provinciali, prevedendo (art. 16), con riferimento al referendum propositivo, che "Qualora il referendum abbia esito positivo la Giunta provinciale o il Consiglio provinciale, secondo la rispettiva competenza, adottano, entro tre mesi, le iniziative e i provvedimenti per l'attuazione dei risultati del referendum."

Nel referendum abrogativo, gli effetti sono ancora più immediati, in quanto in caso di esito favorevole all'abrogazione, il Presidente della Provincia dichiara, con proprio decreto, l'abrogazione della legge provinciale o delle singole disposizioni di legge sottoposte a referendum. Il decreto è pubblicato immediatamente nel Bollettino ufficiale della Regione e l'abrogazione ha effetto dal giorno successivo a quello di pubblicazione.

Lo strumento per eccellenza della democrazia diretta. Lo strumento per eccellenza il referendum sembra non funzionare nel sistema italiano e pure trentino non portando a nessun risultato. Nessun risultato in quanto il risultato del no viene ottenuto spesso non spiegando le ragioni del no, ma semplicemente facendo leva sull'astensionismo e quindi il non voto.

L'eliminare la quota referendaria anche aumentando le firme avrebbe portato benefici alla Comunità in quanto le persone erano costrette ad informarsi ed ad esprimersi. In un mondo sempre più stanco del voto e che ha scarsa considerazione politica o si rivitalizzava lo strumento o lo si cancella. Non è più tempo di mezze misure.

Non è che tutte le idee di tutti i consiglieri sono per forza buone leggi ma si deve avere il coraggio di dire non che si deve legiferare di più ma meglio. E' inutile usare risorse per DDL che non si sosteranno, ma non si può lasciare il cittadino che essi potranno avere seguito. Anche in queste piccolezze si vede la maturità politica. E quindi doverosa una risposta dal PD e dal suo capogruppo sullo stallo visto nella trattazione di questo disegno di legge che porta la firma di un proprio consigliere. Perchè si è abbandonato questo DDL sull'abrogazione del quorum referendario? Non si crede in tal modo di dare ancora più spazio a Movimento 5 stelle? Il PD ha un movimento corale sui temi?

Nessun commento:

Posta un commento