giovedì 17 ottobre 2013

Autonomia diversa per il Movimento 5 Stelle

Con il secondo Statuto di Autonomia del 1972 è stata consegnata al Trentino la concreta opportunità, tramite le abbondanti risorse economiche concesse dallo stato centrale al territorio provinciale, di creare un vero sistema politico-amministrativo al servizio dei cittadini.

Partendo da tale assunto il Movimento 5 Stelle del Trentino si chiede se tale assunto è stato rispettato e a questa domanda lo stesso risponde negativamente parlando di autonomia che è diventata appannaggio dei soliti pochi. Il proliferare delle società partecipate che nascondono favoritismi economici e iniquità, l’organizzazione sempre più verticistica e politicizzata degli uffici, la gestione da parte della Provincia di attività imprenditoriali, anche bancarie, che poco hanno a che vedere con l’erogazione di servizi pubblici, tutto questo sta trasformando il Trentino in una sorta di società feudale in cui i cittadini sono sempre più vessati dai poteri forti e non hanno la possibilità di esprimere e soddisfare i propri bisogni.

Per questo nel Terzo Statuto riprendono il discorso di Autonomia Integrale che demandi alla Provincia la competenza primaria in materia di fisco e riscossione e che preveda il riconoscimento allo Stato centrale una percentuale sulle entrate per coprire i costi dell’attività amministrativa statale centrale, della Giustizia e della Difesa.

Lo Statuto dovrà inoltre prevedere forti strumenti di democrazia diretta che permettano ai cittadini di controllare l’attività dei propri rappresentanti, di sostituirsi a loro nell'attività legislativa in caso di inerzia tramite referendum propositivi senza quorum , nei casi più gravi, di sostituirli sempre tramite referendum.

Sembrava quasi di sentire del PATT sull'autonomia integrale ma poi c'è la caratterizzazione di una previsione che va ben valutata su come inserirla. Si parla anche di referendum propositivi senza quorum e in casi gravi col stesso sistema del quorum di sostituire i consiglieri presenti. Ora la proposta può esser valutata anche positivamente quella di arrivare anche alla sostituzione, ma si deve trovare il sistema giusto di inserirla nello statuto. Questo richiederà lavoro per capire come tale previsione può esser armonicamente inclusa nel nostro sistema costituzionale. Andrebbe a a mio avviso tolto anche il quorum del referendum abrogativo.

Il primo cambiamento è sulle società e le varie organizzazioni che sono state create per la gestione del Trentino in molti aspetti e che spesso sono poteri per la gestione del potere. Andrebbe compiuta una riorganizzazione per recuperare risorse per i servizi pubblici e un abbassamento delle tasse. Va bene la previsione dell'Autonomia in questo contesto. E' da valutare quanto la previsione di nuovi strumenti in mano ai cittadini e la riorganizzazione verrà a costare e i benefici che possono portare di cui non si hanno previsioni.

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