martedì 8 gennaio 2013

L'agricoltura secondo PD

L'agricoltura è un settore vitale non solo per l'approvvigionamento alimentare ma anche per la manutenzione del territorio. Non è stato un periodo non favorevole nemmeno per l'agricoltura che ha visto diminuire del 25% i redditi degli agricoltori.

PAC. La Politica agricola comunitaria deve rivedere l'Italia protagonista anche per poter affrontare tutti i temi che influenzano l'agricoltura: deficit risorse (acqua in primis), agro energie e biocarburanti, OGM, solidarietà con i paesi in via di sviluppo, nuove strategie sul settore agro-ittico italiano.

Va sostenuta la posizione italiana che vuole che si tenga in considerazione la salute e l'ambiente con un principio di precauzione che incentiva la ricerca su OGM ma che ne richieda l'etichettatura e sostegno a culture che garantiscano la biodiversità e che consentano il non impiego degli OGM. Si deve dare una chiara posizione del governo coerentemente alla posizione di precauzione interna e che fin'ora non c'è stata.

Bisogna superare il nanismo delle imprese ma sostenere l'agricoltura di montagna. Si deve favorire il cambio generazionale con l'arrivo di giovani e donne. Per far ciò bisogna cambiare il sistema di incentivi basati sui progetti che sui parametri del passato.

Si deve guardare da una protezione dai fallimenti del mercato che non sia contro la concorrenza prevedendo una protezione da crisi derivanti da condizioni meteorologiche e per favorire lo stoccaggio per contrastare la volatilità prezzi. La concorrenza inoltre va sostenuta anche a livello internazionali prevedendo però controlli in materia di sicurezza alimentare.

Made in Italy per concorrere all'estero attraverso la registrazione del marchio e di Igp e Dop. Monolitico all'esterno ma valorizzando le diversità geografiche e strutturali che il nostro paese presenta.

Si deve anche incentivare la sostenibilità sia in termini di culture biologiche che di prodotti a km 0, incentivando in tal modo il turismo enogastronomico ed esperienze di agricoltura sociale.

Il settore ittico. Si deve rilanciare una politica che vada incontro al settore in sofferenza aggravata sia dall'aumento dei costi che dei maggiori vincoli presenti nel Mediterraneo per garantire la sostenibilità ambientale del settore. Vanno previsti incentivi per la modernizzazione del settore e una fuosione dlle azione. A livello Europeo va prevista una Regione Unica in modo da avere regole identiche sia nel nord Europa sia nel Mediterraneo.

Politiche agricole. Si deve tornare ad una politica agricola che è stata abbandonata dal governo Berlusconi e si deve dare risorse per migliorare il settore anche attraverso il contributo alla Politica Agricola Comunitaria oltre il 2013.

Anche nella questione delle quote latte è stata gestita male la storia delle multe che è costato 5 milioni euro ai cittadini italiani. Si parla in tale senso di reperire risorse per far fronte ai problemi che le aziende oneste senza dire però come ottenerle. Come fare a chiedere risorse ai cittadini se già ora si sono fatti carico con 5 milioni della non riscossione verso alcune aziende disoneste?

Per quanto riguarda l'agricoltura di montagna e in zone svantaggiate stabilizzandone le risorse. Dove però si pensano di ricevere le risorse? E come giustificare?

Il gasolio è aumentato per le imprese con coltivazioni in serra mettendo fuori mercato le aziende. Come si pensa finanziare ciò e come si pensa di giustificare tale previsione per evitare l'effetto domino che potrebbe coinvolgere aziende di altri settori con analoghi problemi?

Tenere fede agli impegni verso il settore Bieticolo e Saccarifero rifinanziando il fondi ad esso dedicato rispettando la concessione di risorse promesse per la modernizzazione del settore.

Anche per il settore agricolo si deve andare verso una semplificazione degli adempimenti e legarli al fatturato e alla grandezza dell'azienda. Questo anche per superare il nanismo e promuovere la modernizzazione che la sola messa di risorse non può aiutare. Una prima opera di modernizzazione va fatta sul credito prevedendo strumenti adeguati.

La modernizzazione passa anche per investimenti in ricerca che vanno sostenuti per poter risolvere i problemi dell'agricoltura e renderla competitiva. Si deve inoltre modernizzare le filiere rendendole corte.

Oltre al Made in Italy vanno riordinata la frammentazione in molti enti per dare un segnale di unità all'estero e potersi proporre con più forza all'estero.

Si deve attivare un tavolo alimentare con tutti gli attori e con le regioni in modo di svolgere realmente il proprio ruolo di coordinamento che spetta allo stato; mentre il resto resta alle regioni ed agli attori. Va fatta una verifica anche sugli enti pagatori e sui CAA in modo da valutare le esperienze positive e negative. Si deve insomma andare verso un ruolo di regia dello stato per un cordinamento del sistema Italia.

Conclusioni. Molte azioni positive certamente ma spesso con difficolta di realizzazione visto che non sono segnate le risorse.

Nel caso della riduzione dell'accise sul gasolio per le coltivazioni in serra alla difficoltà di vedere risorse si aggiunge l'effetto domino che potrebbe vedere negli altri settori che hanno stessi problemi (autotrasporto in primis).

Un discorso a parte il settore latte che avrebbe bisogno di risorse da distribuire agli allevatori onesti senza prevedere da dove si prendono. Ma come si fa a giustificare eventuali risorse messe se prima non si recuperano i 5 milioni di multe di riscosse di chi a violato le quote latte? Paga sempre l'onesto e i disonesti mai?>

Coltiviamo il futuro. Proposte per l’agricoltura italiana.

Mappa del programma

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