domenica 10 febbraio 2013

Una politica per la montagna

Si sente poco parlare di montagna e vivendo in un paese di montagna che va verso lo spopolamento e che vede sempre più i servizi diminuire come anche quello postale. Il candidato a senatore per il collegio di Pergine Valsugana Luigi Casanova ha scritto tale articolo sul sito di Rivoluzione civile che ho trovato interessante e vorrei condividere con voi.

Due terzi del territorio italiano è territorio di montagna. Ma la politica italiana si accorge del dato solo in presenza di drammi, il tema viene dimenticato e quindi la montagna rimane l'eterna sconosciuta. Luogo di vacanza, luogo di poesia, ma il vivere in montagna e di montagna non fa parte dell'agenda elettorale. Se non di Rivoluzione Civile.

I cambiamenti climatici in atto stanno provocando una caduta della biodiversità del territorio montano (si prevede che entro il 2050 nelle Alpi avremo perso il 45% delle specie vegetali e animali oggi conosciute), stanno acuendo in modo sempre più drammatico i rischi idrogeologici del territorio. Lo spopolamento della montagna renderà questi fenomeni quasi irreversibili. E' necessario costruire un progetto speciale "Montagne" che presenti obiettivi chiari:

  1. Il mantenimento dei servizi nelle alte quote: formazione scolastica, formazione del lavoro, innovazione legata alle università delle città, tutela della salute, assistenza agli anziani, investimenti slegati da ogni monocultura;
  2. Costruire un piano di intervento urgente sulla agricoltura di montagna: garantisce biodiversità, qualità, paesaggio e specialmente il contadino "giardiniere della montagna, quando ben assistito, ci permette di mettere in sicurezza versanti e corsi d'acqua;
  3. Riguardo la mobilità è necessario ritornare ad un forte investimento nella mobilità ferroviaria, recuperando e modernizzando le linee già esistenti e prevedendo nuovi importanti investimenti nel settore;
  4. Per mantenere in alta quota i giovani è necessario offrire loro lavoro, e lavoro qualificato. La montagna non può essere solo un dormitorio appendice delle città, come non può essere letta unicamente come zona a vocazione ricreativa e naturalistica. La ricerca naturalistica, l'apporto dei nuovi lavori possono portare la montagna a ritornare ad essere laboratorio innovativo e di qualità come già lo erano le Alpi dal Medioevo al Rinascimento. Per fare questo è necessario legare tutti i lavori, sia la parte imprenditoriale che i lavoratori dipendenti, a processi di formazione continua;
  5. La politica delle montagne è tesa alla ricostituzione di identità forti, fra loro diversificate, ma capaci di dialogo e apertura, come previsto nei protocolli della Convenzione delle Alpi.
  6. Per fare questo è necessario investire nelle reti e nelle filiere: reti delle città alpine, reti dei Comuni alpini (Alleanza nelle Alpi), rete delle aree protette con la costituzione di due grandi corridoi ecologici internazionali: quello alpino, dalla Slovenia alla Francia e quello Appenninico, dalle Alpi Marittime alla Sila calabrese. E nei parchi internazionali, partendo dal Parco Europeo dello Stelvio.
  7. Apertura delle nuove filiere del lavoro, che si sostengano fra loro e collaborino in modo stretto. Turismo – agricoltura - cultura – identità – formazione, selvicoltura naturalistica –sicurezza - energia – acqua - biomasse, sono campi ancora fertili. Passaggi questi che insegnano a noi tutti la cultura del limite, della necessità dovere del risparmio, della sobrietà.
  8. L'investimento sempre più convinto nei Beni comuni, per riportare tutte le gestioni all'interno del controllo e dell'uso pubblico.
  9. Lungo le Alpi questi laboratori sono ormai percepiti come usuali, gli amministratori li hanno fatti propri. Con questo passaggio elettorale Rivoluzione Civile li lancia anche in Italia. Laboratori che investono in fiducia, nei giovani, in nuovi saperi e lavori: grazie alle montagne, grazie alla ricchezza della nostra straordinaria Italia.

    ​Luigi Casanova

    Candidato senatore nella lista Rivoluzione Civile – Ingroia nel collegio di Pergine Valsugana.

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