Belluno. Incertezza, ansia e paura, impotenza e tensione emotiva, nervosismo e malesseri fisici. Sono alcune delle forme di disagio che inevitabilmente – in misura maggiore o minore e a seconda di età, salute, stile precedente di vita come anche situazione socio economica – ognuno di noi può vivere in questo periodo di emergenza covid19 . Nessuno è immune dalla preoccupazione ed è per questo che l’ULSS,in collaborazione con l’AIL sezione di Belluno e il Fondo Welfare Dolomiti della Provincia ha pensato ad un progetto per intercettare gradualmente ogni fascia della nostra popolazione in collaborazione con le diverse istituzioni coinvolte nella gestione dell’emergenza. In particolare la UOSD di Psicologia Ospedaliera si è fatta promotrice dell’attività di sostegno psicologico secondo il modello della psicologia dell’emergenza, partendo dalle persone malate e da chi le cura (cittadini in isolamento fiduciario o in quarantena, pazienti e famigliari oltre che sanitari dei reparti covid).
Dal 20 marzo ad oggi sono stati fatti 112 interventi di sostegno individuale verso le persone in isolamento da tutta la Provincia, 10 con i famigliari dei degenti nei reparti covid di Belluno, in buona parte congiunti di malati deceduti, e 8 verso operatori sanitari richiedenti supporto individuale, a cui si aggiungono le supervisioni e i colloqui plurisettimanali con le ordinatrici dei reparti dell'ospedale di Belluno, Agordo e Pieve, per un totale di 138 interventi individuali.
Altra cura fin dall’inizio è stato quello di informare e formare alla decompressione emotiva popolazione e operatori, non solo dell’ulss ma anche delle strutture per anziani: ad oggi sono stati prodotti 6 schede (SOS evitare il contagio emotivo, consigli per adulti, anziani, bambini e adolescenti, consigli per il sonno ai tempi del covid 19) e 6 mini video per la popolazione trasmessi 3 volte al giorno nella TV locale (i primi 4 trasmessi sono stati rivisti dai cittadini su YouTube e hanno 750/1000 visualizzazioni cadauno); 12 moduli, tra materiale audio - video e vademecum (6 schede con la spiegazione delle tecniche di decompressione per coordinatori e con note psico educative per soccorritori e operatori, compresi consigli per la dieta in emergenza; 6 video originali con indicazioni per l’attività fisica e al rilassamento), per operatori sanitari e socio sanitari di tutto il territorio; 9 momenti di formazione in video conferenza per la gestione dello stress dell’equipe ai vari team leader delle aree calde di cura presso i presidi ospedalieri (coordinatrici con video conferenze dei reparti covid dell’ospedale di Belluno, agordo e del suem di pieve); negli ultimi giorni sono iniziati gli incontri di formazione ai professionisti del territorio, al momento 2 con i coordinatori delle strutture per anziani e per i servizi dell’età evolutiva del distretto di Belluno richiedenti sostegno alle consulenze con la propria utenza in questa fase emergenziale. La formazione e la supervisione in questa emergenza, nuova per il nostro paese, è stata fondamentale non solo per le equipe sanitarie, ma anche per quella psicologica ed è per questo che il servizio ha avuto una preparazione specifica in psicologia dell’emergenza e settimanalmente è sottoposto a supervisione con il Centro Studi e Ricerche in psicotraumatologia di Milano, impegnato fin dall’inizio nel gestire l’attività in Lombardia, in particolare Milano, Bergamo e Cremona. Parallelamente nell’ultima settimana, stante le richieste da parte del diverso personale del’ulss e di alcuni sindaci e medici di base, si è impostato l’intervento di consulenza individuale alla popolazione fragile attraverso il canale di medici di medicina generale e degli sportelli d’ascolto attivati in ogni comune.
Dal 7 aprile sono in iniziati anche gli incontri di defusing presso l’ospedale di Feltre, due con cadenza settimanale e da questa settimana la possibilità di avere sostegno individuale per il personale.
Piace segnalare che nel convegno in video conferenza del centro studi e ricerche in psicotraumatologia rivolto a oltre 6000 psicologi esperti italiani ed europei tenutosi Sabato 5 aprile scorso in videoconferenza, il modello di Belluno è stato riportato tra i tre che in Italia, insieme a quello di Bergamo e Cremona , sono apparsi più completi ed efficaci nell’affrontare l’emergenza psicologica del covid 19.
Il progetto è stato promosso e guidato dalla responsabile della UOSD di psicologia dott.ssa Francesca De Biasi. L'equipe della psicologia ospedaliera composta dalle dott.sse Chiara Forlin, Isabella Maccagnan ed Elena Sommacal - sostenuta dall'AIL - è stata integrata con la dott.ssa Cristina Zaetta, del serD distretto 1, e dal dott. Turco per il personale e le attività presso l'ospedale di Feltre.
Un’attività complessa che ha cercato di rispettare ed integrarsi con i tempi delle istituzioni, degli operatori sanitari e dei malati, offrendo professionalità grazie alla sinergia dell’ULSS 1, promotore e ordinatore dell’iniziativa tramite la Psicologia Ospedaliera, l’AIL sezione di Belluno per il finanziamento di parte delle psicologhe coinvolte, e il fondo Welfare per la formazione e la supervisione al personale oltre che per gli interventi nei confronti dei cittadini. Perché l’unico modo di lavorare in emergenza è farlo in modo coordinato ed insieme.
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