lunedì 31 marzo 2014

Stop allo sfruttamento idroelettrico dell'Adige, dei suoi affluenti e dei principali fiumi

E' stata approvata proposta di mozione di Alessio Manica con un voto trasversale (29 si e un astenuto) che richiedeva di stoppare lo sviluppo idroelettrico dell'Adige, dei suoi affluenti. Si chiede che anche sul tema si cerchi una strategia comune con la Provincia di Bolzano e che si cerchi una programmazione sentendo i Comuni e le Comunità di Valle. E' stata inoltre estesa alle grandi e medie sospensioni ai maggiori corsi d'acqua trentini fino ad un nuovo piano.

Manica affronta la questione delle medie e grandi concessioni partendo dal casi della Dolomiti Energia e Acquafil Power e la richesta di interventi meno impattanti. Si mette in luce come il passaggio della Dolomiti Energia a Acquafil Power abbia portato ad un progetto che per rimanere all'interno dei max 3MW permessi si sia previsto di far funzionare l'impianto solo per 8 mesi. Si è messo il luce come la Giunta Provinciale abbia fatto portare avanti il progetto sebbene ci siano stati pareri negati dei tecnici e molte criticità soprattutto dovute al cambiamento del microclima e alla possibilità di aumento dell'allegamento di Nomi.

Bezzi ha messo in luce come serve una moratoria visto il fiorire di progetti di privati, di professionisti e di Comunità di Valle e come sempre più si vada ad uno sfruttamento idroelettrico più che turistico e come le micro-centraline siano patrimonio ma spesso oramai sono i privati a chiedere la concessione.

Civettini ha affermato che l'Adige non può diventare business di Acquafil e il Garda di Chicco testa. Inoltre sull'acqua che è risorsa comune non può decidere chi governa.

Silvano Grisenti ha richiesto che la moratoria si estenda a tutti i corsi d'acqua perché è mancata una politica dell'acqua.

Mauro Gilmozzi parte dal fatto che l'obbiettivo della PAT di energia autoprodotta da rinnovabili(idroelettrico, biomasse, rifiuta) sia del 40% e come la stessa si deve integrare con la paesaggistica non sollo sull'Adige. Si vuole un sfruttamento diversso e non si dice no secco e eviterebbe di estendere la mozione a tutti i fiumi ma all'Adige e ai suoi affluenti. Con l'Alto Adige è aperto un tavolo ma fino ad ora non ci sono state risposte.

Mosna è contrario perché si entra a gamba tesa su un progetto di un'azienda, che occupa centinaia di persone, e che va avanti da tempo.

Walter Kaswalder ha auspicato che i frutti delle concessioni vadano alle nostre comunità.

Borga auspica una direttiva per favorire le comunità locale nello sfruttamento dell'acqua.

Detomas ha raccomandato azioni rilanciare le forme cooperative anche in questo settore.

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