mercoledì 17 giugno 2020

Intervista al consigliere provinciale di Trento Claudio Cia sul premio agli operatori sanitari per l'emergenza Covid-19

Claudio Cia
L'emergenza Covid-19  sembra essere, almeno di nuove ondate, alle spalle. Ciò ovviamente tenendo conto però che il virus è ancora da noi e dai nostri comportamenti e che potrebbe tornare in autunno con una nuova ondata.
Ora però è il momento di guardare anche al futuro e tenere fede alle promesse che la Provincia di Trento ha fatto agli operatori sanitari che hanno operato nell'emergenza covid-19 ai quali è stato promesso un premio. 
Di questo premio oggi voglio offrirvi l'intervista a Claudio Cia, consigliere provinciale della Provincia di Trento del consigliare di Agire nel Trentino, il quale nella newsletter proponeva un premio dato in buoni acquisto. Con lui vogliamo affrontare il perchè di tale scelta, ma non solo ciò. Con lui affronteremmo anche la questione che vede i sindacati chiedere che il premia venga dato a tutti i sanitari e non solo chi ha lavorato con pazienti Covid-19 o in area dedicate a tali pazienti.
 Lei propone di dare un buono per gli operatori sanitari come premio per l'attività durante dell'emergenza covid-19,  non è che il  buono svalorizzi il premio non potendo esser usato come si vuole? 
Nel caso si optasse per l’erogazione in busta paga, l’aumentare dell’importo della stessa porterebbe ad una parziale vanificazione del benefit che subirebbe una decurtazione dovuta alla tassazione: questa sarebbe una svalorizzazione. Il buono potrebbe essere utilizzato per il godimento di servizi e prestazioni (buoni per la spesa o per il carburante, fitness e relax, hobbistica, spese mediche, pacchetti vacanze, ecc...) lasciando in tasca alla persona l'equivalente in denaro, questo si da spendere come vuole.
La teoria economica mostra che l'utilizzo del contributo in somma anche se minore ha un'utilità maggiore della fornitura di servizi, etc diversi dal denaro; come mai voler andare verso la strada del buono? 
La proposta di andare verso un “buono” deriva dalla volontà di evitare la parziale decurtazione del premio qualora si optasse per l’erogazione in busta paga. Per questo motivo ho indicato alcune possibili soluzioni: da un lato si potrebbe convertire l'importo del riconoscimento in un carnet di buoni da utilizzare per il godimento di servizi e prestazioni effettuati da aziende con sede nella Provincia Autonoma di Trento. Questa soluzione porterebbe con sé il beneficio di far ripartire la nostra economia, garantendo che i soldi del premio vengano spesi sul territorio provinciale. Un'altra possibile risposta al problema potrebbe essere quella seguita da molte imprese nell’erogazione dell’importo del c.d. “welfare aziendale”.
La trattativa è ardua visto che i sindacati vorrebbero che tutti gli operatori sanitari ricevessero un premio, non sarebbe meglio darlo solo a chi ha veramente operato all'interno dei reparti covid e non a tutti? In tal modo il premio potrebbe esser più pesante?
L’art. 36 del disegno di legge n. 55/XVI specifica che il trattamento economico temporaneo è riconosciuto al personale operante presso l'APSS e APSP, impegnato direttamente nell'emergenza epidemiologica da COVID-19. La misura del trattamento economico e le relative modalità di attribuzione, anche differenziate in ragione del diverso grado di esposizione al rischio e all'effettivo disagio lavorativo, saranno stabilite con deliberazione della Giunta provinciale, sentite le organizzazioni sindacali. Così anche il periodo di corresponsione, la tipologia di personale e di altri soggetti cui attribuire il riconoscimento.
Visto che nella sua newsletter si è inserito nel tema premio agli operatori sanitari vorrei porle un'ultima domanda. I sindacati, su questo giustamente, dicono che il premio deve venire dalle risorse nuove. Lei vede in vista nuovi finanziamenti oppure come sembra si useranno le risorse del rinnovo contrattuale? E come fare col rinnovo contrattuale?
Il rinnovo contrattuale è un tema a parte, del quale si dibatte da anni, e che la Giunta provinciale dovrà affrontare con specifiche risorse, per riconoscere il grande lavoro dei professionisti della sanità trentina, la cui professionalità, dedizione e competenza rappresentano la base e il punto di forza del sistema sanitario provinciale. Il mio auspicio, da cittadino e da infermiere, è che nel documento si tenga conto delle necessità e della professionalità degli infermieri trentini, cercando di creare delle condizioni favorevoli che permettano di lavorare in sicurezza e in tranquillità.

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