giovedì 13 febbraio 2014

Elezioni comunali 2014 di Arco: quattro chiacchere con Mauro Ottobre

Tra meno di un mese ci saranno le elezioni di Arco che si terranno il 9 marzo 2014 con eventuale ballottaggio il 23 marzo. Il PATT si presenta in alleanza con il Pd e gli altri partiti progressisti che guidano la Provincia e i maggiori Comuni del Trentino. Si è avuto in merito alle stesse posto delle domande all'onorevole Mauro Ottobre essendo lo stesso della partita.

Il programma. Difficile riassumere un programma in tre righe. Posso anticipare che comunque grande attenzione sarà dedicata al tema del lavoro, sia per difendere quello esistente che per creare nuove occasioni di impiego sfruttando meglio la vocazione di una città che, ad oggi, è sfruttata solo in parte. Altro imperativo è quello di riportare Arco nelle condizioni di pensare al suo futuro, dopo anni di politiche di retroguardia. Obiettivo questo che non può prescindere dal dare una destinazione razionale agli edifici che oggi danno un aspetto fatiscente anche al centro del nostro bel paese. L'allusione a Le Palme e al Quisisana (ma non solo) mi sembra evidente.

I candidati. Mi sembra sciocco fare l'elenco di tutti i candidati dei partiti che danno vita alla coalizione che sostiene Alessandro Betta come candidato sindaco.

La sua candidatura. La mia candidatura è ufficiale (le illazioni dei giornali e i rumors sono un po' datati) e non c'è alcun divieto o incompatibilità tra il ruolo di parlamentare e quello di consigliere comunale. E' un cumulo di cariche che io gestirò in favore della comunità, sfruttando a pieno il fatto che le esigenze della nostra città possano avere un portavoce tanto vicino alla stanza dei bottoni. Betta ha bisogno di questo tipo di appoggio e di esperienza che in me nasce anche da una legislatura passata in Consiglio Provinciale.

Comunque non tradirò i miei elettori, anzi. Dimostrerò loro che non sono andato a Roma per scaldare i banchi o per imborghesirmi, ma per essere ancora più utile alle loro esigenze, per star loro ancora più vicino, per mantenere quel contatto che ad ogni livello è sempre stato il minimo comune denominatore del mio modo di fare e concepire la politica.

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