venerdì 11 novembre 2016

Nemmeno a Trento si sono superati i campi nomadi: una riflessione di Brosa.

Anche a Trento i campi nomadi non sono stati superati per lasciare spazio alle aree di comunità come già si documentava qui rispetto alla situazione di Rovereto nel settembre 2015 grazie alla Responsabile Ufficio Promozione Sociale del Comune Alda Maria Bianchi.

A Trento all'interno di un campo nomadi, nel luglio 2016, ci fu una sparatoria che non ha avuto per fortuna conseguenze letali. Da quel giorno ad oggi il consigliere comunale di Trento della Lega Nord Gianni Festini Brosa conferma che qualcosa è stato fatto. La prima azione portata a termine è stato togliere la vegetazione nelle aree dove i nomadi sostano in maniera illegale e abusiva. Si è inoltre cercato inoltre il dialogo con le componenti autodeterminatesi di origine trentina rincorrendo il rispetto delle regole per evitare la ghettizzazione degli stessi che i trentini non vogliono.

Il superamento dei campi nomadi è un obbiettivo che ad inizio legislatura l'attuale amministrazione provinciale si era data ma tutto si è arenato, a detta del consigliere comunale, quando la maggioranza provinciale si è accorta che le proposte della minoranza venivano accolto con più favore dai nomadi e l'assessore competenze da allora non convoca più. Esiste inoltre la difficoltà nel interpretazione di cosa è stanziale che nella nostra cultura e quella nomade è diversa nascendo l'uomo nomade. Il problema per questo è di difficile soluzione anche perché le soluzioni opposte sono, a quanto dice Gianni Festini Brosa, impercorribili. E' difficile procedere una verifica in merito ai requisiti di permanenza e non è possibile creare un paradiso che attirerebbe nuovi nomadi e le risorse a quel punto non potranno mai essere sufficienti ai bisogni.

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