martedì 15 aprile 2014

Recinto cervi di Caoria: quattro chiacchiere col presidente della Proloco di Caoria

Si è sentito scrivere di tutto sul recinto cervi di Caoria, nel Comune Canl San Bovo, con una protesta molto forte che ha portato anche al coinvolgimento dell'ENPA anche con un email bombing. Oggi si è potuto avere dei chiarimenti da parte del presidente della Proloco Caoria, Marco Cecco.

Il progetto in questione è nato nel 2007-2008 in seno alla proloco sotto il presidente Sicheri. Tutto era nato dalla possibilità che si era aperta visto che gli animali selvatici (tra cui i cervi) non potevano più esser trasferiti in loc. Viote ove venivano curati, ma che le cure venivano in zona.

Si è aperta così un dialogo con i cacciatori e si sono svolte delle gite per visitare del parchi simili nella Val Cimoliana, nel comune di Cimolais, e di Assling Austria sebbene in versione più piccolo.

Tra i promotori Martino Erlacher che vive attualmente a Caoria, ex guardiacca della Pat, nonchè uno dei massimo conoscitori della fauna selvatica delle Alpi. E' inoltre collaboratore per i parco della Val Cimoliana oltre che in zone del piemontese.

Effettivamente i costi sono di 14 mila euro per l'acquisto di un terreno dovuto al fatto che senza quel pezzo i Bacini Montani non intervenivano sull'alveo permettendo la costruzione del recinto. Oltre i 14 mila euro di terreno sborsati dal comune si utilizzeranno i 56 mila euro dei canoni BIM divisi dalla conferenza dei sindaci per recuperi ambientali. Si recupererà con tale intervento un terreno provinciale che attualmente è in abbandono.

La gestione verrà fatta dai cacciatori i soli che posono gestire con competenza tali animali oltre ovviamente all'aiuto dei volontari. L'unico costo di gestione è il fieno per l'inverno.

E da sottolineare che non verranno portati cervi che sono nati in cattività e sono animali nati liberi debilitati o feriti e quindi bisognosi di cure che poi verranno liberati. Tale progetto non ricalcherà il modello Paneveggio, in quanto in quello di Caoria ci si potrà entrare visitandoli da vicino.

5 commenti:

  1. Allora, progetto vecchio: bene, semplicemente si cestini e si pensi in un'ottica moderna! Recupero degli animali feriti? Bene, facciamolo fare a centri specializzati, con tanto di responsabili veterinari. I cacciatori unici a riabilitare la fauna? Per cortesia! non si tratterà minimamente di abuso di professione veterinaria? Chi ha scelto che la gestione doveva essere affidata a loro? c'è stato un bando pubblico? Immagino, inoltre, che essendo un recupero di fauna selvatica, animali quindi molto stressabili, non vi sia possibilità di alcun tipo di accesso da parte dei visitatori! Bisognerà augurarsi che poi gli stessi cervi riabilitati non verranno uccisi con il fucile - il preteso si trova sempre - e che allora il comune emetta un divieto di caccia nel proprio territorio - alcuni comuni lo hanno già fatto. Curati dai loro potenziali futuri carnefici.. eh no..c'è qualcosina che proprio non quadra... curati e riabilitati da cacciatori...eh ma ora so pure veterinari? anche qui qualcosa non quadra...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

      Elimina
    2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

      Elimina
    3. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

      Elimina
    4. Ci sarebbe un veterinario che lo farebbe gratuitamente e per il resto i cacciatori e volontari. Forse dal tuo commento ho dimenticato ciò.

      Elimina